La scorsa notte ha avuto luogo a Los Angeles, nella cornice del Nokia Theatre, la cerimonia per la consegna degli Emmy Awards, i più importanti riconoscimenti per la televisione.
Presentati da Neil Patrick Harris (il popolare Barney Stinson di How I met your mother) gli Oscar della TV hanno innanzitutto decretato il trionfo, come ci si aspettava, di Breaking Bad. La serie, ideata nel 2008 da Vince Gilligan e divenuta in pochi anni un vero e proprio fenomeno televisivo, ha ottenuto il premio più ambito, quello come miglior serie drammatica. Il riconoscimento, che si unisce a quelli per il montaggio e per la miglior attrice supporter (Anna Gunn), vuole premiare anche la capacità del prodotto di mantenere, nel corso di tutte e cinque le stagioni, un livello tecnico e narrativo di ottimo livello. Buona parte della riuscita di Beaking Bad è da assegnare senza dubbio al suo protagonista, Bryan Cranston, vincitore già di tre Emmy per il ruolo di Walter White, il professore di chimica che si da al narcotraffico per la sopravvivenza della propria famiglia.
Ma quest’anno Cranston si è visto superare (un po’ a sorpresa) da Jeff Daniels, che con l’interpretazione dell’anchorman Will McAvoy in The Newsroom, gli ha soffiato la statuetta come miglior attore per drama-series. A proposito, occhio a The Newsroom: ideata da Aaron Sorkin, uno degli sceneggiatori più in voga di Hollywood (Oscar per The social network nel 2011), la serie ha riscosso in patria pareri contrastanti e arriverà entro l’autunno in Italia, coi diritti già acquisiti da Rai 3.
Risultato soddisfacente anche per Homeland – Caccia alla spia, che si è portata a casa due riconoscimenti, uno per la miglior sceneggiatura (per l’episodio L’interrogatorio) e uno per la miglior attrice, Claire Danes, che bissa la vittoria dell’anno scorso per il ruolo di Carrie Mathison.
Ottima figura anche per la new-entry House of cards, serie che gode della presenza di un cast di lusso (in cui spiccano Kevin Spacey e Robin Wright) e che si è aggiudicata i premi per regia (David Fincher), fotografia e casting.
Riconoscimenti perlopiù tecnici invece per le due serie kolossal, Boardwalk Empire (5 Emmy, tra cui quello per il miglior attore supporter, Bobby Cannavale) e Game of Thrones.
Nell’ambito comedy-series, invece, l’Emmy più ambito è andato per la quarta volta consecutiva a Modern Family, serie ideata nel 2009 da Christopher Lloyd e Steven Levitan, che racconta la peripezie di una famiglia allargata americana con la tecnica del falso documentario. Premio anche per il suo regista, Gail Mancuso. Modern Family ha superato anche la settima e ultima stagione di 30 Rock, che invece si è aggiudicata le statuette per casting e sceneggiatura.
Buon risultato per The big bang theory, popolarissima serie giunta ormai alla sua sesta stagione, premiata quest’anno tre volte: per l’attore guest-star Bob Newhart, per la direzione tecnica e per l’attore protagonista, Jim Parsons, che grazie al ruolo di Sheldon Cooper si è aggiudicato il suo terzo Emmy.
Il riconoscimento per la miglior attrice protagonista invece è andato per il secondo anno di fila a Julia-Louis Dreyfus, per l’interpretazione di Selina Meyer in Veep.
Infine, per ciò che concerne miniserie o film TV, la parte del leone l’ha fatta Behind the candelabra, lungometraggio per la TV firmato da Steven Soderbergh, che vede protagonisti Michael Douglas e Matt Damon. 11 gli Emmy conquistati, tra i quali miglior film o miniserie, miglior regia e miglior attore (Douglas, per l’interpretazione del pianista Liberace).
Tra le donne, premiata come miglior attrice Laura Linney per The Bic C – Hereafter, mentre la sempreverde Ellen Burstyn, giunta alla veneranda età di 80 anni, si è aggiudicata il suo secondo Emmy per l’interpretazione della madre di Sigourney Weaver in Political Animals.