L’utilizzo di internet e dei social network è entrato ormai nelle abitudini di buona parte di noi. Internet ci aiuta a prenotare le vacanze, cercare informazioni, mantenere i contatti con gli amici, organizzare eventi, fare business.
Molto spesso la nostra presenza online è un fattore positivo, ci permette di conoscere e farci conoscere, di mostrare ciò che sappiamo fare, e spesso non ci rendiamo conto che tutte quelle informazioni che pubblichiamo, condividiamo, tutti i “mi piace” che mettiamo su facebook vengono utilizzati per scopi che non approveremmo, se solo ne fossimo consapevoli.
Ci sono stati recentemente degli avvenimenti che hanno sensibilizzato la popolazione, come il Datagate, e ci hanno fatto dubitare sulla sicurezza dei nostri dati.
È proprio l’improvvisa consapevolezza del rischio che porta gli utenti della rete a cancellare i propri profili dai principali social network.
Come si legge in una recente ricerca pubblicata sulla rivista Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, la ragione principale che spinge gli utenti a fuggire da facebook è proprio la preoccupazione per la privacy. Per questa ricerca sono stati intervistati 300 utenti che hanno abbandonato questo famoso social network ed è stato confrontato il loro profilo con quello dell’utilizzatore abituale di facebook.
L’articolo afferma che chi compie il virtual identity suicide, il suicidio dell’identità virtuale è maschio e ha circa 31 anni, inoltre si preoccupa per la sua privacy, è molto dipendente dalla rete e ha una forte coscienziosità rispetto agli utilizzatori. Quindi coloro che cancellano il proprio profilo sono persone giovani, che usano internet e ne conoscono le potenzialità, e forse proprio da ciò nasce maggiore consapevolezza e il rifiuto al continuo streaming dei propri dati online.
A parte i rischi per la privacy (48,3%), la altre motivazioni dichiarate da chi cancella il proprio profilo sono: insoddisfazione verso il social network (13,5%); gli aspetti negativi delle amicizie online (12,6%); la sensazione di diventare Facebook-dipendenti (6,0%).
Per abbandonare questo social network indubbiamente ci vuole coraggio, nonostante chi abbandona abbia delle buone ragioni per farlo. Questo ha portato a manifestazioni come il Quit Facebook Day, una giornata in cui tutti quelli intenzionati a spegnere il loro profilo online lo avrebbero fatto allo stesso momento. Come si legge sul sito, anche in questo caso la motivazione principale era proprio la mancanza di privacy: “Sick of Facebook’s lack of respect for your data? Add your name and commit to quit!”.
Non sempre però cancellare il proprio profilo è impresa facile, anzi spesso le procedure ci mettono in seria difficoltà fino al punto di farci desistere. Consapevole di questo problema, un ragazzo inglese ha creato il sito justdelete.me per aiutare tutti quelli che vogliono eliminare il proprio account dai siti più comuni. All’interno del sito sono elencati i link per accedere direttamente alle procedure di cancellazione dell’account, spesso nascoste e introvabili. Ogni link è colorato in base al livello di difficoltà del processo: verde (facile); giallo (media); rosso (difficile), non può essere conclusa senza contattare il servizio clienti; nero (impossibile).
Se un account non può essere eliminato, come nel caso di WordPress o Craiglist, Justdelete.me darà consigli sulla rimozione dei dati identificativi.
Al lancio del sito, Robb Lewis aveva già inserito circa 40 indirizzi, e su richiesta era disposto ad inserirne altri. L’idea ha avuto fin da subito molto successo, risolvendo il problema che aveva portato molti a non cancellare l’account ma semplicemente ad abbandonando, rischiando che venisse utilizzato per organizzare delle truffe. Ad oggi contiene oltre 200 link e punta a crescere sempre di più.
Fenomeni come questo dimostrano che siamo sempre più diffidenti verso l’utilizzo da parte della rete dei nostri dati e cerchiamo di correre ai ripari quando ci accorgiamo dei pericoli o quando smettiamo di aver bisogno di un servizio.