Il 18 Settembre del 2008 Sergey Brin, co-fondatore di Google, dal suo blog annunciò al mondo di aver scoperto di possedere una mutazione del gene LRRK2 che lo condannava a essere predisposto al parkinson. Secondo i medici il rischio di contrarre la malattia sarebbe stato superiore fino all’80% rispetto alla media delle persone.
Brin si dichiarò “fortunato” per la scoperta fatta: conoscere la predisposizione al parkinson con molto anticipo rispetto a quando si sarebbe potuta manifestare la malattia, lo metteva in una posizione di vantaggio perché la ricerca medica sarebbe potuta arrivare alla definizione di una cura. Negli anni seguenti Brin decise di impegnarsi in prima persona diventando il maggior finanziatore della ricerca sul parkinson, mediante l’omonima fondazione creata dall’attore Michael J. Fox, anch’egli afflitto dalla stessa malattia.
Ora Larry Page, amico e socio di Brin, nella veste di CEO di Google ha annunciato che la società ha preso parte alla creazione di Calico, o California Life Company, una startup che si occupa di salute e benessere, ponendosi ambiziosi obiettivi nel campo della ricerca sulle biotecnologie.
L’obiettvo di Larry Page pare andare incredibilmente al di là della mission delle recenti startup che si sono dedicate alla salute e al benessere. Jawbone e FitBit, per citare le più celebri, sfruttano il wearable computing per aiutare i loro utenti a vivere una vita sana: più attività fisica, cibo più salutare, un migliore riposo notturno. La promessa di Calico sembra andare piuttosto verso la fonte dell’eterna gioventù.
I commentatori parlano infatti di ricerca dell’immortalità: l’ipotesi è che l’inimmaginabile capacità di calcolo dei super-computer di Big G, unita ai sofisticatissimi algoritmi di elaborazione delle informazioni che sono eseguiti su questi sistemi, possano costituire un’inedita occasione per accelerare in modo dirompente la ricerca medica.
Per una volta però Google arriva tardi: in Italia, a Milano, c’è un laboratorio che si occupa di ricerca dell’immortalità fin dal 1977. Si tratta degli iLabs, fondati e diretti da Gabriele Rossi, imprenditore informatico, e la moglie Antonella Canonico, psicologa.
Nel manifesto degli iLabs si afferma che i progressi delle scienze porteranno prima di quanto si possa immaginare a un allungamento indefinito della vita; obiettivo degli iLabs è aiutare l’uomo a mettersi nelle migliori condizioni per ricevere questo nuovo, imminente dono. Si tratta dunque di un “approccio sistemico” – che muove nella direzione di una ricerca filosofica, biologica, psicologica, informatica e perfino giuridica. Gli iLabs fino ad ora hanno divulgato i risultati ottenuti in queste discipline mediante pubblicazioni, e tramite la realizzazione del sistema di Intelligenza Artificiale Venexia.
L’annuncio di Calico, rispetto al minuzioso lavoro di indagine ad ampio spettro svolto in questi anni da iLabs, pare essere più improntato verso il veloce raggiungimento di risultati innovativi in termini di allungamento della vita.
La corsa contro il tempo di Google per salvare la vita del suo fondatore è iniziata.
[Fonte: Time Magazine]