Ecco Oyster, l’app che trasforma la lettura in un social

Anche la lettura sbarca sui social, con una app tutta nuova che si rifa all’idea dell’ e-book: analizziamo nel dettaglio l’idea di Eric Stromberg, Andrew Brown e Willem Van Lancker, i creatori del progetto.

Il pensiero di fondo è quello di incrementare il fenomeno della lettura, che sembra andare sempre più in disuso per le nuove generazioni.
Nel momento in cui la app è stata creata è stato chiaro fin da subito l’intento di avvicinare i giovani alla lettura, alla cultura.
Cultura che non deve essere quindi solo “scolastica”, ma va appunto curata, ampliata e migliorata.

E come avvicinare meglio i giovani ai libri se non con un social?
Proprio così nasce “Oyster”, app a pagamento che permette di commentare in diretta il testo con altri lettori, di confrontarsi e scambiarsi opinioni.
Oyster sta dando ai giovani (e non) la possibilità di far diventare la lettura un momento di condivisione, di apertura agli altri: sarà questa la lettura del futuro?

Ovviamente per i lettori accaniti sarà più complicato staccarsi dalla, tanto amata, copia cartacea che sicuramente è più tradizionale e ad alcuni trasmette più emozioni.
Ai più “aperti” alla lettura tramite dispositivi tecnologici, consigliamo invece di tenere sotto controllo questo fenomeno che, qualora riuscisse a svilupparsi in maniera ben radicata, potrebbe rivelarsi rivoluzionario.

Ovviamente su Oyster non c’è l’obbligo di confrontarsi con gli altri, visto che se si preferisce una lettura solitaria e silenziosa si può tenere “segreta” la propria bacheca.
Ma l’idea di “lettura collettiva” crea, almeno in noi, una suggestione non di poco conto.
Il social permette di dare agli altri lettori la possibilità di vedere il titolo del libro che si sta leggendo.
Si possono fare recensioni, dare pareri, votare: insomma un vero e proprio social network di lettura.

Per accedere all’app ad oggi c’è bisogno di un invito, che potete ricevere facilmente tramite il sito ufficiale dell’applicazione.
È meglio la versione ebook o il libro stampato in versione cartacea? Raccontatecelo voi.

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