Pochi minuti fa la Questura di Milano ha individuato alcuni dei responsabili della rissa avvenuta sugli spalti di San Siro in occasione di Inter-Juventus. Sabato venti pseudo-tifosi (ci permettiamo di definirli così, perchè altrimenti non sapremmo) hanno aggredito due supporter – si dice dell’altra squadra – colpevoli di aver esultato (forse sguaitamente) al gol del pareggio ad opera di Arturo Vidal. Le autorità hanno riconosciuto nove ultras nerazzurri, la cui età è compresa tra i 24 e 49 anni.
La Questura sta ultimando le identificazioni dei nove, che saranno accusati di lesioni aggravate e scavalcamento delle barriere. Per rintracciare i colpevoli sono state fondamentali le testimonianze degli steward e dello staff di sicurezza, ma per riconscere gli ultras si sono dovuti utilizzare i filmati delle telecamere di San Siro e verificare i nominativi di biglietti cartacei e tessere del tifoso.
Nonostante si sia assistito all’ennesimo atto di violenza sugli spalti di uno stadio italiano, va indubbiamente lodato il lavoro svolto dalla Digos e dagli organi di polizia che a pochi giorni dalla rissa sono già riusciti ad individuare i responsabili di un gesto tanto folle, che, unito ai cori razzisti dei tifosi nerazzurri verso calciatori di colore della Juventus, è costato la squalifica alla Curva Nord, sede dei tifosi interisti più passionali.
Un provvedimento atteso che si spera possa servire da lezione a chi considera un’arena di calcio come un luogo privo di giurisdizione. La dura e triste realtà è che si debba ricorrere ad un processo punitivo per instillare un minimo di buon senso nella testa di chi non comprende ancora i valori e le virtù dello sport e del tifo.