Il giorno dopo la straordinaria vittoria con la Spagna la nazionale azzurra può godersi finalmente qualche ora di meritato riposo, in vista del difficile quarto di finale contro i giganti lituani. L’eco dell’impresa di ieri è ancora rimbomba nell’aria di Lubiana, ma non si deve commettere l’errore di galleggiare nel mare di elogi ricevuti: giovedì si ricomincia da zero.
Ciò non vuol dire che l’italia debba resettare del tutto il cammino intrapreso finora. Da esso la nostra nazionale deve ricavare le certezze necessarie ad affrontare l’ultima parte di europeo, la più difficile, ricordando anche i momenti di difficoltà, con la speranza di limitare al massimo i difetti congeniti venuti a galla nel corso delle otto partite disputate.
La prima parte di questi europei di basket 2013 ha messo in luce la competitività di un’Italia mai doma, capace di battere avversari nettamente favoriti nei pronostici con un gioco fatto di penetra e scarica, tiri da fuori e continui uno contro uno. La differenza di stazza con squadre come Turchia e Grecia è stata compensata dalla maggiore rapidità dei nostri, con un unico centro (Cusin o Melli) a stazionare nel pitturato e quattro uomini capaci di attaccare l’avversario e tirare da tre. I vari Aradori, Belinelli e Datome hanno svolto alla perfezione il loro compito di “incursori“, continuando ad attaccare gli avversari e a tirare con alte percentuali, nonostante conclusioni prese anche senza ritmo. In difesa la nazionale di Pianigiani ha retto bene l’urto, se si escludono alcuni black-out nei terzi periodi, che si erano intravisti anche nei tornei di preparazione agli europei.
Le prime due partite del secondo girone hanno però parzialmente eclissato ciò che di buono era stato fatto in precedenza, mostrando il lato oscuro di una squadra fino a quel momento quasi perfetta. Il match con la Slovenia ha visto gli azzurri in netta difficoltà a rimbalzo, non solo a causa della differenza di stazza con gente come Vidmar e Begic, ma soprattutto per una diversa attitudine mentale. I secondi tiri concessi agli avversari dopo un rimbalzo offensivo sono stati la logica conseguenza della poca intensità degli azzurri, mai sul pezzo e in balia della furia agonistica degli sloveni. Con la Croazia invece la nostra nazionale è mancata completamente nel terzo periodo (quando ha subito un parziale di 26 a 9), con una circolazione di palla inesistente che ha portato a conclusioni a bassa percentuale e una difesa sul pick and roll discutibile.
L’impresa con la Spagna ha riportato ottimismo ed ha consacrato definitivamente la stella di Alessandro Gentile. Il talento di Maddaloni è ormai un giocatore imprescindibile, capace di seminare il panico tra gli avversari con la sua sfrontatezza offensiva e di essere glaciale nei momenti in cui la palla pesa. Contro la Lituania (squadra che riporta alla mente la splendida Italia vista nella semifinale olimpica del 2004) le sue qualità serviranno tantissimo, così come quelle di un Belinelli un po’ in difficoltà dopo un inizio scoppiettante. Ma saranno soprattutto la voglia e la volontà di superare se stessi a fare la differenza, vista l’impressionante stazza del roster lituano. Kazlauskas può contare su un front court di primo livello, con giocatori come Valanciunas, i due Lavrinovic e Moteljunas, tutti al di sopra dei 2 metri e 10. Domani alle 21 il campo darà le sue risposte definitive.
[Foto: Fiba Europe, Castoria-Ceretti]