La notizia giunta ieri sera arriva senza grosse sorprese: il regime di Assad ha usato il gas sarin contro la popolazione.
Il capo del team di ispettori Onu – Ake Sellstrom – ha consegnato il rapporto sull’uso di armi chimiche in Siria al segretario generale Ban Ki-Moon, in cui c’è la conferma di quanto sospettato: durante l’attacco del 21 agosto è stato utilizzato del gas sarin contro civili, inclusi bambini. Per l’esattezza, trecentocinquanta litri di gas sarin per un’operazione durata tre ore. Resta ancora impossibile, però, stabilire con esattezza il numero delle vittime.
«Un vero crimine di guerra e i responsabili dovranno pagare. Il più significativo attacco coi gas contro civili dal 1988, quando Saddam Hussein li usò ad Halabja, nel nord dell’Iraq. A questo punto il Consiglio di Sicurezza deve agire». Sono queste le parole di Ban Ki-Moon che hanno accompagnato la presentazione della relazione.
Il rapporto non accusa alcun colpevole, anche perché non era questo il compito degli ispettori, ma sono stati ritrovati dei missili marchiati da lettere dell’alfabeto cirillico – dunque di fabbricazione e provenienza russa – che portano direttamente al regime di Assad.
Partiranno, dunque, le pressioni per ottenere la risoluzione in base agli accordi siglati tra Usa e Russia: la consegna dell’arsenale chimico siriano entro il 2014, evitando l’intervento delle forze armate. Una risoluzione che fa appello al capitolo 7 della Carta dell’Onu che, però, il ministro degli esteri russo, Lavrov, nega di aver mai firmato in questi termini: «Nel nostro accordo non c’è nessun riferimento al Capitolo 7».