Si è sempre dibattuto sulla legge n. 194 del ‘78 (interruzione volontaria di gravidanza) e – trentacinque anni dopo – la relazione voluta dal Ministero della Salute descrive un quadro in cui gli aborti in Italia sono sempre più in diminuzione e i medici obiettori – al contrario – aumentano.
La relazione presentata al Parlamento sull’attuazione della legge 194 per la prima volta dal 1978 si fonda su un’analisi di dati raccolti in ospedali e consultori in maniera capillare. Sono le donne straniere a chiedere con maggiore frequenza l’interruzione di gravidanza – una donna su tre tra i casi registrati nel 2011 – e cinque minorenni su mille, inoltre, vi hanno fatto ricorso.
Il più alto numeri di aborti è stato registrato nel 1982 con 234 mila casi, un dato più alto del 54,9% rispetto quello del 2012, che ha visto dimezzare il numero di richieste.
La ricerca voluta dal Ministro della Salute si proponeva, inoltre, di conoscere il numero di medici che hanno scelto l’obiezione di coscienza. Considerando lo stesso intervallo di tempo il numero è cresciuto del 17,3%.
La relazione parla anche di distribuzione inadeguata del personale fra le strutture nelle regioni, registrando, in alcuni ospedali, la totale assenza di medici non obiettori.
«Per la prima volta – ha detto soddisfatta il ministro Beatrice Lorenzin – è stato avviato un monitoraggio articolato sul territorio relativamente ad alcuni aspetti dell’applicazione della 194, quelli più specificamente legati all’obiezione di coscienza, che arriva fino ad ogni singola struttura e ad ogni singolo consultorio. I dati della relazione indicano che relativamente all’obiezione di coscienza e all’accesso ai servizi la legge ha avuto complessivamente una applicazione efficace. Stiamo lavorando per verificare, insieme alle Regioni, la presenza di eventuali criticità locali per giungere al più presto al loro superamento».
Intano continuano le veglie di preghiera dei membri del comitato NO194 davanti ai più importanti ospedali d’italia, ogni primo sabato dei mesi dispari, per difendere il diritto alla vita.