Cinque adolescenti, una festa e tanti invitati “vip”. Quanto può essere elettrizzante vivere sopra le righe come le star, indossare i loro stessi abiti, possedere i loro oggetti personali? Ce lo racconta Sofia Coppola in “Bling Ring“. Ispirato a fatti realmente accaduti, il quinto lungometraggio della Coppola trae spunto da una vicenda di cronaca dove le vittime, tra le altre, sono state Paris Hilton e Orlando Bloom, rapinati da un gruppo di ragazzi “disposti a tutto” pur di emularli.
Un’ossessione dettata dall’insalubre ed esagerata ricerca di vivere come i propri idoli, fino ad intrufolarsi in casa loro. Tre milioni di dollari di refurtiva prima di essere arrestati dagli agenti. Un’avventura che agli occhi di giovani “ribelli” che vogliono bruciare in fretta le tappe e “prendersi il mondo con tutto quello che c’è dentro” produce lo stesso effetto che può aver provato Colombo alla scoperta del “Nuovo Mondo”.
Una tematica, quella dell’adolescenza, che la Coppola non affronta per la prima volta; si pensi per esempio ad un film come “Il giardino delle vergini suicide”, tanto per farsi un’idea di altre produzioni ambientate sempre nel pianeta “giovani” con tutte le loro sfumature, i loro disagi, i loro rapporti con la società che li circonda. Qui, in “The Bling Ring”, il risultato è un film molto convincente, che non giudica, bensì mostra solo una serie di fatti concatenati che sconvolgono la vita di ragazzi apparentemente “normali”, che ad un certo punto, per una casualità, colgono un’occasione che li porterà, a loro parere, a cambiare radicalmente vita, senza preoccuparsi troppo del margine di legalità delle azioni compiute.
La grande capacità della Coppola è proprio quella di saper filmare e raccontare adottando una perfetta inquadratura; questo anche grazie alla scelta di interpreti che riescono a comunicare ed essere in sinergia con lei tramite un semplice sguardo. Qualunque sia il contesto, la Detroit del 1974 per “Il Giardino delle vergini suicide” o quello scelto per “The Bling Ring”, ambientato nell’America d’oggi, non importa, la Coppola riesce sempre a far immedesimare lo spettatore in uno dei protagonisti, a prescindere dal ruolo ricoperto, dal compagno di scuola ad un agente di polizia.
Nonostante la tematica delicata affrontata – la gioventù, specie quando senza freni inibitori – l’equilibrio del film è perfetto e le contraddizioni ed i turbamenti che l’anima giovane e ribelle sperimenta sono magistralmente rappresentati.
E poi, come non perdere la svolta sexy di Emma Watson? La Coppola ha trasformato la dolce Hermione in ragazza sexy e ribelle. Da vedere.