Immaginate quale sconforto avrebbe cagionato agli spartani se il re Leonida, alla vista delle armate persiane, avesse ordinato la ritirata, perché impossibile sconfiggerle o quale angoscia avrebbe colmato gli animi dei troiani, se alla vista di Achille, Ettore si fosse rifiutato di affrontarlo in duello, in quanto impossibile vincere contro di lui in uno scontro. Solo così si può capire la desolazione, lo sconforto profondo che ha avviluppato lo stato d’animo degli abitanti della c.d. Terra dei fuochi, quando il commissario alle bonifiche, Mario De Biase, ha affermato che è realisticamente impossibile la bonifica di queste zone e che molte falde acquifere sono contaminate da sostanze cancerogene su un’area di 20km quadrati, ormai da considerarsi, morti.
I Romani solevano definire questa zona Felix, cioè fertile. Un tempo, gran parte di queste zone erano famose nel mondo per la qualità dei loro prodotti agricoli. Una bellissima commedia di Eduardo De Filippo, De Pretore Vincenzo, è ambientata proprio in queste zone, un tempo famose per la produzione di mele come lo è, e forse anche di più, oggi il Trentino, per intenderci. Adesso, ormai, si suole parlare di Terra dei fuochi, una vasta area della provincia di Napoli e della provincia di Caserta compresa tra i comuni di Qualiano, Villaricca, Giugliano, Orta di Atella, Caivano, Acerra, Nola, Marcianise, Succivo, Frattaminore, Frattamaggiore, Mondragone, Castel Volturno. Ogni giorno cumuli di rifiuti, illegalmente riversati nelle campagne, o ai margini delle strade, vengono incendiati dando luogo a roghi, i cui fumi diffondono sostanze tossiche, tra cui diossina, nell’atmosfera e nelle terre circostanti.
Questo avviene essenzialmente perché il ciclo dei rifiuti campano è basato sulla preminenza delle discariche; quando si riempiono, i camion non possono più sversare. Per impedire ciò, la spazzatura che viene lasciata sulle strade, viene accesa e quindi capita spesso di vedere un fumo nerissimo alzarsi ai bordi delle carreggiate. La tecnica è collaudata: i clan danno, per lo più, a ragazzini 50 euro per ogni cumulo di spazzatura bruciato. Brucia in pochi secondi tutto: colle, resti di fonderie, che, avvampando, contaminano l’aria. Ma la terra dei fuochi è anche altro. È la terra delle passerelle per ministri e politici che, scioccati, promettono interventi per poi fuggirsene con le loro auto blu in lidi più salubri, ma soprattutto è la terra dove lo Stato ha definitivamente abdicato, dove hanno vinto loro.
Ma chi sono questi loro? Anche in questo caso, ci può aiutare un’immagine. Provate a visualizzare nella vostra mente il monte Everest. Al confronto l’insieme di tutti i rifiuti illegali gestiti dalle ecomafie lo farebbe sembrare una collinetta. Chi ha guadagnato in questa situazione è l’azienda che fattura di più in Campania, la camorra. Un tempo, si era limitata ad offrire ad aziende europee e del centro-nord la propria disponibilità a far salpare dal porto di Napoli verso l’Africa le c.d. navi dei veleni, la cui scoperta, molto probabilmente, fu la causa principale della morte della giornalista Ilaria Alpi in Somalia. Ad un certo punto, si pensò che sarebbe stato più conveniente farli restare in Campania, risparmiando i soldi del viaggio e quindi guadagnando di più.
Inizia così il più grave episodio di terrorismo ambientale della storia. La magistratura ha accertato che nelle campagne sono stati sversati fanghi contenenti amianto, tricloruro di etilene, cianuro, peci nocive contenenti diossine, ammine, solventi clorurati, rifiuti di origine ospedaliera in parte radioattiva e materiale di risulta da ristrutturazioni. I frutti spuntano malati, le terre inaridiscono. E si muore di tumore continuamente. Lo sa bene un prete, don Maurizio Patriciello, che ha fatto di questo la ragione della sua vita. Denuncia da anni, inascoltato, l’aumento della mortalità per tumori a polmone, fegato, stomaco, rene e vescica. La percentuale è del 24% in più rispetto alla media nazionale e riguarda soprattutto le zone di campagna dove l’aria, in linea teorica, dovrebbe essere più salubre rispetto a quella delle città.
Speriamo che a seguito del suo incontro con il Papa, le istituzioni diano più peso alle sue denunce. Così come è incredibile l’importanza che si è voluta dare alle parole del pentito Carmine Schiavone, che gestiva questo giro di rifiuti per i casalesi. Sembra dal clamore dei media che abbia fatto rivelazioni nuove e sconcertanti. Peccato che la prima indagine della magistratura, Cassiopea, risalga addirittura al lontano 2003 e già aveva scoperto quanto denunciato dal pentito. Solo che le istituzioni hanno continuato a non ascoltare il grido di aiuto che proveniva da questa terra e proprio oggi alle 17:30, a seguito delle affermazioni del commissario De Biase, è prevista ad Aversa una marcia funebre, denominata Terra mia, che vedrà tantissimi cittadini camminare in silenzio per le strade, come sono soliti fare i morti che camminano.
Un silenzio che vuole essere assordante. Molti, affermano, saranno seppelliti proprio sotto quella terra che li ha uccisi. E il pensiero dei manifestanti va soprattutto ai tantissimi bambini che nascono già malati o vengono strappati in tenera età da mali incurabili. Che la terra, almeno, vi sia lieve.