Mai dire «A saperlo prima». Cerca, informati. Usa Google. Google sa tutto e quello che Google non sa (o non sai trovare) chiedilo alla tua rete.
Ammettere di non sapere è molto utile, oltre che intelligente. E se lo facessero tutti avremmo risolto un sacco di problemi, anche sul lavoro.
È per questo che ho pensato di fare un lungo elenco delle cose che so. Leggendo alcune di queste cose dirai «Ma questa la so», ma allora perché ogni tanto qualcuno ci casca ancora?
Per oggi, anche come in bocca al lupo a tutti coloro che hanno iniziato a collaborare con Bloglive (e a quelli che verranno): le mie cinque cose che, sono cinque cose davvero interessanti che devi sapere se vuoi scrivere (e essere pagato per farlo).
1. Fai attenzione alla forma
Quello che ti serve sapere di grammatica e ortografia lo hai imparato alle medie.
Quando scrivi, anche un sms, non sbagliare una virgola, fai attenzione alle accentate. Dirai: «Ma ho scritto in fretta», ecco, questa è la scusa peggiore. Cerca nei titoli dei giornali di questi giorni: sai come scrivere iPhone? Non tutti a quanto pare. Per questo ecco comparire sulle prime pagine dei giornali un nuovo prodotto: l’I-Phone, col trattino.
2. Cita le fonti
È facile, devi rendere merito alle persone che hanno scritto una cosa prima di te. L’hai pensata proprio uguale uguale, davvero? Si era difeso così anche Crozza, senza farci ridere.
3. Non usare Google Images
Google sa tutto e trova tutto. Ma non è un archivio. E visto che tu non puoi sapere tutto potresti prendere una foto per sbaglio com’è successo al grafico che per la locandina di un festival musicale in Svizzera ha usato la foto di Gregory Villemin, un bambino ucciso in Francia trent’anni fa.
In questo caso nessun problema (?) d’autore come è invece successo prima a Luca Sartoni e poi a Sandra Salerno: entrambi hanno visto pubblicare una loro foto su La Stampa.
«Che bello!», sì, bravi. Ma nessuno aveva chiesto loro il permesso.
4. Leggi cosa scrivono gli altri
Devi leggere tanti giornali, di carta. Sfogliarli. Vedere quali sono le notizie che non lo sono più. E anche usare tutti i mezzi che la Rete ti mette a disposizione: se non compriamo più i giornali è anche perché le notizie che ci interessava leggere sono già state date, su Twitter (per esempio).
5. Non lamentarti
Questo mai, perché non fa bene a te e neppure alle persone che hai accanto. Vuoi fare il giornalista? Sai scrivere? Fatti pagare: un lavoro è un lavoro pagato (hai sentito parlare di no free jobs?) e, se pagati, i tuoi pezzi scritti possono farti diventare giornalista. Vai a chiedere all’Ordine come si fa. E non fare polemica. L’abbiamo già fatta. Adesso rimboccati le maniche. Ci vediamo qua la settimana prossima.