La pesante sconfitta subita ieri sera dall’Italia alla Stozice Arena di Lubiana ha riportato la nazionale di Pianigiani coi piedi per terra, dopo l’avvio al di sopra di ogni più rosea aspettativa che aveva fatto salire a 13 il numero di gare ufficiali senza sconfitte (contando anche le qualificazioni dello scorso anno). Non eravamo fenomeni prima di ieri e non siamo scarsi adesso, perchè una buona parte del merito della sconfitta azzurra va alla Slovenia. I padroni di casa, rispetto alle altre squadre affrontate finora, hanno saputo colpirci nei punti più critici, mettendo così a nudo le lacune che hanno accompagnato la nostra nazionale negli ultimi anni e che in questi europei di basket erano state ben coperte dall’intensità di gioco e dalle percentuali eccellenti al tiro.
Rimbalzi e pick and roll
Il 45 a 28 a rimbalzo a favore della Slovenia è il dato che salta più facilmente all’occhio. Troppi i secondi tiri concessi, troppe le volte in cui gli avversari sono riusciti ad arrivare per primi sul pallone dopo un tiro sbagliato. Melli e Cusin, fino a ieri protagonisti di un europeo quasi perfetto, sono stati caricati velocemente di falli e sono andati in difficoltà nei cambi sui pick and roll, complice anche lo scarso aiuto offerto dai nostri piccoli, battuti regolarmente nell’uno contro uno da un Goran Dragic semi-perfetto. In attacco le lunghe leve di Begic (autore di 4 stoppate) hanno costretto le nostre guardie (Belinelli per primo) a continui errori nel pitturato, compensati solo da percentuali irreali dal tiro da tre e ai liberi. Nemmeno il ritorno di Diener è servito: il play di Fond du Lac in questi europei di basket sembra il fratello abulico dello spumeggiante giocatore che domina nel campionato italiano e non riesce a incidere come potrebbe.
Non solo lati negativi
Nonostante tutte le difficoltà l’Italia ha avuto il merito di restare in partita fino a pochi secondi dal termine. Gentile si dimostra ancora una volta immarcabile per chiunque e il tiro da tre, come già accennato, continua a entrare con una certa continuità. Ma è troppo poco per confrontarsi con squadre ricche di talento e fisicità: c’è bisogno di ritrovare la compattezza difensiva e di sistemare le percentuali di tiro da due punti, senza affidarsi troppo a soluzioni estemporanee. La Croazia e la Spagna sono avversari di prima fascia, che non regaleranno nemmeno un centimetro agli azzurri. Ma l’Italia, se ritrova se stessa, può giocarsela con fiducia e senza timori reverenziali.
[Foto: Fiba Europe, Castoria-Methlas]