Aveva 18 anni Lavinia Simona Ailoaiei, la giovane romena residente a Milano, morta strangolata per mano di Andrea Pizzocolo, il ragioniere quarantunenne residente ad Arese, comune alle porte di Milano, ora agli arresti con un’accusa infamante: omicidio premeditato aggravato dalle sevizie inflitte al corpo prima e al cadavere poi.
È una storia che lascia sbigottiti: Pizzocolo, secondo quanto ricostruito dalle immagini che lui stesso ha registrato, sabato scorso ha fatto sesso dalle 5:00 alle 15:00 con il cadavere della giovane. L’elemento chiave per la svolta nelle indagini è un asciugamano bianco lasciato sul volto della vittima, trovata sabato stesso in un campo nel lodigiano: una volta rintracciato il motel che si riforniva di quella marca di biancheria, è stato facile trovare l’autore del delitto e così incastrarlo. Le sevizie per Lavinia sono iniziate al Moon, un motel di Busto Arsizio (Va) dove presumibilmente sarebbe morta (ma si attende che i risultati dell’autopsia lo confermino) per poi continuare in un altro motel, il Silk, vicino Lodi.
Dora, questo il nickname della giovane su internet, secondo Pizzocolo sarebbe morta, accidentalmente, per strangolamento durante un gioco erotico, il ‘bondage’, dovuto alle fascette da elettricista usate. Confessione fasulla, dopo che le forze dell’ordine hanno preso visione delle immagini registrate non solo dalle microcamere installate dallo stesso Pizzocolo, ma anche da quelle provenienti dalla microcamera del suo orologio. Nella macchina e nell’abitazione, gli agenti hanno rinvenuto altri elementi, aprendo un vaso di Pandora inquietante: centinaia di filmati che riprendono ragazze, durante rapporti sessuali con il ragioniere, usate probabilmente per alimentare il mercato del sesso. Ma chi sono queste donne?
Ci si interroga se fra queste ci siano altre Lavinia, senza un nome, un volto riconoscibile, magari immigrate entrate clandestinamente in Italia e mai registrate, ragazze scomparse su cui nessun ha mai indagato. Di certo le parole di chi ha preso in esame il caso sono molto chiare: “anche la descrizione più dettagliata e realistica non può rendere con sufficiente giustizia la freddezza, la lucidità, la tenacia e la crudeltà che trasuda” dai filmati in cui Pizzacolo ha infierito ripetutamente su Lavinia per poi abbandonarla senza vita in un campo vicino alla zona teatro della violenza, senza la minima pietà.
Per questa efferatezza, il gip Isabella Ciriaco ha accolto la richiesta del Procuratore della Repubblica di Lodi, Vincenzo Russo: convalida del fermo e carcere (Milano o Pavia, in attesa dei risultati che stabiliscano ora e quindi luogo e competenza territoriale giuridica dell’omicidio). La violenza con cui Pizzocolo ha agito fa rabbrividire: l’atrocità nel violentare la ragazza, non solo il suo corpo, ma anche il cadavere, per diverse ore, continuando a deturpare oscenamente una donna morta, senza un minimo ripensamento, senza il ritorno della coscienza.
E mentre si indaga sulla verosimile pista degli “snuff movies”, i film illegali venduti nel mercato internazionale a cifre considerevoli, il convivente della giovane vittima si è presentato in Questura a Varese, dichiarando di ignorare la vita di prostituzione online di Lavinia e cercando di allontanare i sospetti di essere il suo protettore. Il tempo e le indagini più approfondite riveleranno i punti bui in questa faccenda, che potrebbe rivelarsi più grave e oscura del previsto: che l’imputato sia un assassino seriale?