Il PD verso il congresso: un partito da ricostruire

Mentre fuori il partito si sta discutendo di stabilità del governo, richiesta sempre più dagli industriali, e osteggiata da chi, come Grillo o i falchi del PDL, pensa che un ritorno alle urne possa essere benefico per loro, dentro il PD infuria il dibattito precongressuale.

Da Firenze si fanno sempre più insistenti le voci che vorrebbero un congresso entro il 7 novembre, eppure dentro il Nazareno si tace. Epifani spiega che non è lui a scegliere la data, e che dovrà essere l’assemblea indetta tra il 20 e il 21 settembre a sentenziarla. Anche Bersani ieri, ai microfoni di Skytg24 ha ribadito che “Renzi non può fare il Border-line, e che è anche lui un membro dell’assemblea, dove si deciderà la data insieme” e ha aggiunto, che per lui “va fatto subito”.

Fuori dalla semplice discussione su date e giorni, c’è un PD che dimostra di essere in crisi. Un partito che nel 2008 contava 800mila tessere, oggi si ritrova, a tre mesi dalla fine dell’anno, a sole 250mila tessere. Pochissime. Senza contare che i sondaggi lo danno stabile sul 25-26% che è il dato di febbraio (dove il PD aveva totalizzato tre milioni e 600mila voti in meno rispetto al 2008).

È evidente che si debba ritornare a parlare al paese, e a dimostrazione di ciò i candidati alla segreteria si fanno in quattro per girare le feste di partito da nord a sud. Ma la vera sfida sarà quella autunnale, quando i riflettori dei media saranno puntati interamente sul Partito Democratico, e le feste democratiche saranno ormai finite. Allora si vedrà come i contendenti alla segreteria vorranno giocarsi la sfida, se al chiuso dentro i circoli o con cene elettorali, oppure nelle piazze a raccogliere una sfida ancora più grande: quella di parlare al paese.
Anche perchè è difficile pensare che questo governo possa durare tutta la legislatura, ed è probabile il ritorno alle urne anche il prossimo anno. E la sfida per diventare segretario potrebbe trasformarsi in una sfida per diventare presidente del consiglio. E in tal senso sarà l’assemblea del 20-21 settembre a definire se “candidato premier” sarà compatibile con il ruolo di “segretario”.

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