Italia battuta e eliminata con un sonoro 3-0 da una Serbia troppo superiore, agli Europei di volley femminile. Le campionesse europee in carica sono più forti, si sapeva, ma il rammarico rimane ugualmente, soprattutto per una partita che poteva essere ma non è stata. Poteva essere una partita grintosa e con la voglia di spaccare il mondo, invece è stata una partita giocata malissimo all’inizio, gestita ancor peggio nella fase centrale e terminata senza reazioni d’orgoglio. D’altronde i risultati di ogni set sono lo specchio della partita: 25-14, 28-26, 25-18.
La squadra di Mencarelli arriva al primo time out dell’incrontro con un incommentabile 8-0 che indirizza il set già verso le serbe. Non basta la conferma della formazione che ieri ha stravinto contro la Polonia, la Sorokaite esce ridimensionata nella sfida con le “grandi”, il muro è pieno di buchi e traballa un attacco si e l’altro pure. Le giovani giocatrice italiane sono inermi davanti l’esperienza della squadra di Terzic e capitolano con un sonoro 25-14.
Mencarelli può recriminare solo per il secondo set, le sue giocatrici si destano da un sonno che sembrava ormai eterno e iniziano a giocare una bella pallavolo, fatta di attacchi e contrattacchi, muri e schiacciate. Il capitano Guiggi guida le sue gregarie a suon di punti, Sorokaite e Diouf la imitano, ma sul più bello l’attenzione cala e la superficialità avanza e in un batter d’occhio il possibilissimo 25-23 diventa un 26-28 che in pratica chiude definitivamente la favola europea.
Il morale a terra e gli ottavi di finale giocati il giorno precedente fanno si che per Arrighetti&C nel terzo set non ci sia storia, le avversarie scappano subito con un parziale di 9a2. Il ritmo cala e la Brakocevic incrementa il suo bottino di punti mettendo giù qualsiasi tipo di pallone, la ricezione italiana fatica come in tutto il resto dell’incontro ed alla fine a festeggiare non sono le nostre pallavoliste.
Con i se e con i ma non si fa la storia, ma probabilmente senza incappare nella bruttissima quanto ingenua caduta contro il Belgio saremmo potuti andare più avanti nella competizione. E’ vero che prima o poi bisogna incontrare tutti gli avversari per poter sperare di vincere i tornei, ma incontrare un avversario come la Serbia in queste condizioni è stato complicato, non essendo in primo luogo le favorite e in secondo luogo avendo una partita in più nelle gambe di 24 ore prima. Dal canto suo Mencarelli ha deciso di puntare su un gruppo molto giovane, dove però potevano starci giocatrici del calibro di Francesca Marcon o Giulia Leonardi che nel corso degli ultimi anni hanno vinto tutto acquisendo l’esperienza internazionale che sarebbe servita in questo quarto di finale, ma con i se e con i ma non si fa la storia…