Accountability e Open government. Una strategia nazionale per valorizzare il patrimonio informativo pubblico. Una normativa avanzata che renda accessibili i dati raccolti e gestiti dalle P.A., al fine di favorirne l’utilizzo da parte di cittadini e imprese. Questo e molto altro è contenuto nelle “Linee guida nazionali per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico”, documento presentato pochi giorni fa dall’AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, ad un anno esatto di distanza dalle “Linee Guida per l’Interoperabilità Semantica attraverso i Linked Open Data”. Redatto in collaborazione con Istat, INPS, ISPRA, MIBAC, il Ministero della Salute, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero per gli Affari Esteri, diverse Regioni (Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Puglia, Marche, Lombardia, Liguria e Umbria) e alcuni Comuni (Firenze, Bologna, Ravenna, Milano e Palermo), nonché CISIS, ANCI e UNCEM, il lavoro rappresenta un passo fondamentale al fine di garantire la trasparenza dei processi amministrativi della Pubblica Amministrazione, per incentivare la partecipazione democratica dei cittadini alle scelte che gli riguardano e per il controllo sociale delle politiche pubbliche.
Sulla scia del “l’Open Data Charter”, accordo dello scorso Giugno che impegna i paesi del G8 a mettere in campo, nel prossimo biennio, azioni atte a valorizzare gli Open Data attraverso il rilascio di varie tipologie di dati ritenuti essere di interesse per i cittadini e per il mercato, e grazie alla recente modifica dall’art. 52 del CAD, il Codice dell’Amministrazione Digitale, le P.A. si indirizzano verso un processo di produzione e rilascio dei dati pubblici standardizzato e interoperabile su scala nazionale. La linee guida riassumono infatti schemi operativi e organizzativi, standard tecnici e best practice di riferimento, riportando anche aspetti di costo e di licensing da prendere in considerazione al fine di implementare in maniera efficace una strategia di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico per il sistema paese.
Da questo si evince quanto gli Open Data rappresentino sempre di più, per le Pubbliche Amministrazioni, non solo un importante strumento per il perseguimento dei propri compiti istituzionali, ma anche un grande stimolo all’economia digitale e all’innovazione. Un paradigma aperto, trasparente e accessibile a tutti, trasforma ogni singolo dato in un prodotto che genera servizi. Valorizzare i dati pubblici risulta fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del territorio. Ma l’Italia risulta ancora molto in ritardo. Gli Open Data disponibili sono troppo pochi e si configurano come il risultato di iniziative avviate da diverse Pubbliche Amministrazioni in modo completamente autonomo e indipendente. Azioni isolate e spontanee prive alla base di un progetto unitario. Questa situazione rende estremamente oneroso e complesso creare valore aggiunto attraverso l’integrazione di dati tra loro diversi o prodotti di soggetti differenti. Gli Open Data nascondono un enorme valore economico con grosse potenzialità per il mercato, ma ancora in buona parte inespresso in Italia. E’ necessario quindi intervenire in termini di qualità al fine di sfruttare al meglio le tante opportunità che gli Open Data offrono per la crescita del nostro paese.