Lo Ior nel mirino di un’inchiesta della Procura di Roma: il vescovo di Salerno, monsignor Nunzio Scarano, un ex funzionario dei servizi segreti dell’Aisi, Giovanni Maria Zito, e un broker finanziario, Giovanni Carinzo, sono finiti in manette con l’accusa di corruzione, truffa e calunnia.
Le indagini sono incentrate su un accordo tra Scarano e Zito per far ritornare in Italia dalla Svizzera venti milioni di euro di proprietà di amici del vescovo di Salerno: il rientro, attraverso un jet privato, avrebbe fruttato a Zito quattrocentomila euro. Monsignor Scarano era stato già indagato due settimane fa dalla Procura di Salerno per riciclaggio insieme con altre 56 persone e ieri era stato sospeso dall’incarico di responsabile del servizio di contabilità analitica all’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica)
Il nuovo scandalo che travolge la ‘Banca di Dio’ arriva a quarantotto ore dall’istituzione di una commissione per la riforma dell’Istituto per le Opere religiose, voluta da Papa Francesco. La commissione, presieduta dal cardinale Renato Farina, avrà il compito di favorire “l’armonizzazione” dello Ior con la missione della Chiesa e dovrà raccogliere informazioni anche riservate sull’Istituto e presentare poi i risultati al Pontefice: una mossa voluta da Bergoglio per gettare un velo di luce su un Istituto che da tempo è al centro di scandali e inchieste e ha goduto finora di una notevole protezione all’interno dei confini vaticani.
Ora il nuovo corso intrapreso da Papa Francesco che dovrà però fare i conti con quest’ultima inchiesta che ha acceso nuovamente i riflettori sui rapporti non sempre chiari tra il potere Vaticano e quello dello Stato italiano.