Edward Snowden, la ‘talpa’ del Datagate, lascia Hong Kong con un volo diretto a Mosca per raggiungere Ecuador o Islanda nella speranza di sfuggire al mandato d’arresto degli Stati Uniti.
Datagate: non ha fine la spy story che in questi giorni sta mettendo contro Stati Uniti e resto del mondo. E’ notizia di oggi che il grande accusatore dell’amministrazione Obama, colui che ha svelato i segreti dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale e ad oggi è uno degli uomini più ricercati del mondo, lascia Hong Kong per trasferirsi in Ecuador o Islanda.
Stando ai media di Hong Kong, Edward Snowden, l’ex analista dell’Nsa meglio conosciuto come la “talpa” del Datagate, sarebbe diretto a Mosca su un volo volontario e legale.
Secondo la testata locale, South China Morning Post, Snowden sarebbe diretto in Ecuador o Islanda; notizia confermata anche dalle autorità dell’ex colonia britannica che hanno dato il via libera al trasferimento ignorando la richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti. Un mandato d’arresto rispedito al mittente con la motivazione che i documenti forniti dagli Usa non “rispettavano completamente i requisiti legali della legge di Hong Kong”. Da Mosca, invece, dichiarano di non aver alcun legame con l’ex informatico e soprattutto di essere totalmente allo scuro dei piani del ragazzo che a breve atterrerà nel paese. E’ probabile che ad aiutare Snowden nel trasferimento sia stata la squadra di Wikileaks, i collaboratori dell’altra grande minaccia per le diplomazie di mezzo mondo, Julian Assange, attualmente rifugiato nell’ambasciata ecuadoriana a Londra.
Continua, dunque, lo spy game che oggi vede coinvolta in prima linea contro gli Usa anche la Cina. Pechino, infatti, accusa gli Stati Uniti di essere “i più grandi fuorilegge dei nostri tempi” per quanto riguarda i crimini informatici. Secondo l’agenzia Nuova Cina, voce ufficiale del paese, gli States che “a lungo hanno cercato di presentarsi come vittima innocente di cyber-attacchi” sono in realtà, i principali responsabili della più grande violazione della privacy di tutti i tempi. Secondo le autorità di Pechino, l’America avrebbe piratato le compagnie di cellulari cinesi per raccogliere milioni di messaggini di testo. Stando ai dati pubblicati dal South China Morning Post, i cinesi si sono scambiati circa 900 miliardi di messaggi di testo nel 2012, il 2,1% in più rispetto al 2011. Tutte informazioni che potrebbero essere state captate dal gigante d’occidente.
Alla luce di queste informazioni e soprattutto dell’evoluzione dello scandalo del Datagate, le affermazioni di Barack Obama sul ridimensionamento degli armamenti nucleari appaiono totalmente inutili e vuote di significato. E’ chiaro a tutti che l’infinita guerra tra Oriente e Occidente si sta combattendo a suon di files segreti e intercettazioni spiate, e non più sui classici campi di battaglia. Chi aveva qualche dubbio sarà costretto ormai a ricredersi: la terza guerra mondiale è cominciata già da tempo.