Saranno 500mila gli studenti italiani che quest’anno, dal 19 giugno, saranno impegnati con la maturità. Per loro, ad agitare i sogni notturni non c’è solo la tradizionale ansia pre-esame, ma anche la preoccupazione per i ‘bonus maturità’. Una novità istituita dall’ex ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, già male accolta dal principio e che in questi giorni, con la pubblicazione della tabella per il calcolo di percentili, ha scatenato le proteste vibranti di presidi e studenti.
Il sistema introdotto dal ministro Profumo, con l’intento di premiare gli studenti più meritevoli, prevede l’assegnazione di un punteggio aggiuntivo (da 4 a 10 punti) a chi conseguirà all’esame di maturità un voto pari o superiore agli 80/100, che sommeranno all’esito del test a numero chiuso per l’ammissione alle facoltà di Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Professioni sanitarie, dove i punti in palio saranno 90.
Se l’idea di fondo del sistema è di per sé valida, il meccanismo stesso risulta piuttosto iniquo. A parità di voto, infatti, il numero di punti bonus attribuiti varierà da scuola a scuola, anche all’interno di uno stesso comune, in rapporto alla distribuzione in percentili della votazione ottenuta dai diplomati di ogni singolo istituto nell’anno scolastico 2011-2012. Per avere il bonus massimo è necessario diplomarsi con un voto uguale o superiore al 95° percentile, ovvero con un voto che l’hanno precedente è stato raggiunto e superato solo dal 5% degli studenti della stessa scuola. Mentre per ottenerne 8 di punti occorrerà raggiungere o superare il punteggio raggiunto e superato dal 10% degli studenti dell’anno scorso. E così via. Insomma, vi rendete conto da soli della complessità del meccanismo. Inoltre, analizzando la tabella pubblicata da Universitaly, con un tale sistema di coefficienti in alcune scuole per prendere il massimo dei punti basterà arrivare a 80/100, perché 80 corrisponde al 95° percentile. In altre scuole, anche se si è bravi si rischia di ottenere pochi punti perché il 95° percentile corrisponde a 101, ovvero il 100 e lode. Invece di arginare Ai test di ammissione all’università, verrebbero così penalizzati quanti hanno frequentato scuole di alto livello, mentre ad essere primati sarebbero i diplomati di quelle scuole private e quegli istituti tecnici e professionali dove il livello medio degli studenti è più basso.
Una discriminazione che ha spinto il nuovo ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza ad intervenire con decisione, prendendo le distanze dal suo predecessore. “Ho ereditato il provvedimento e sto cercando di capire”, ha dichiarato il neo ministro . “Il mio obiettivo è quello di semplificare la normativa rispettando i principi, altrimenti ci esponiamo a discussioni. Il ministero dell’Istruzione è pieno di ricorsi e controversie, alle quali si risponde superando i cavilli e provando a rendere il sistema molto più semplice”. Dalle parole del ministro traspare una volontà di revisione, ma i tempi stringono, almeno per i maturandi di quest’anno, a cui con l’anticipo a luglio dei test di ammissione a fine luglio, servirebbe quasi un miracolo.