Jesolo: niente donne bagnine per non “offendere” gli immigrati musulmani

Baywatch addio, chi pensava che le spiagge italiane potessero pian piano somigliare sempre più a quelle dei telefilm americani, dove a vegliare sui bagnanti vi sono anche delle aitanti ragazze in stile “Pamela Anderson” non aveva ancora fatto i conti con le ombre del “multiculturalismo”. Mentre l’estate si avvicina, arriva infatti una doccia fredda dal civilissimo nordest, e più precisamente dalle spiagge di Jesolo, famosa località di villeggiatura che da sempre è stata anche tra le mete preferite dei turisti.

Come riferito inizialmente dal Corriere del Veneto, durante la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione balneare, il presidente della Federconsorzi, Renato Cattai, ha spiegato come tre agenzie di vigilanza si siano occupate quest’anno di selezionare il personale per la funzione di “beach steward”, una figura di supporto, in pratica a metà tra bagnini e security.

Fin qui tutto normale, se non fosse per il fatto che dalle suddette selezioni sono state eliminate tutte le donne. Maschilismo? Incapacità? Niente di tutto ciò: “Nel 2012 le ragazze hanno svolto benissimo il loro compito, ma abbiamo rilevato che in vari casi sono state motivo di tensione con gli immigrati e non certo per colpa delle operatrici” ha rivelato Cattai. Ed ancora: “Abbiamo riscontrato che il musulmano non tollera di essere rimproverato da una donna, la considera un’offesa, si agita, risponde in malo modo, creando situazioni di tensione. E così abbiamo deciso di impiegare solo maschi”. Vari precedenti avrebbero supportato questa bizzarra decisione, in particolare un caso accaduto nel 2012, quando una steward era stata aggredita da un venditore ambulante extracomunitario, invitato in precedenza ad allontanarsi dalla concessione.

Il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, e il capo della polizia locale, Claudio Vanin, hanno spiegato infatti come i beach steward si occupino principalmente di fornire informazioni ai turisti e di ammonire ambulanti e abusivi che è vietato soffermarsi nella zone in concessione, ma anche all’0ccorrenza di mettersi alla ricerca di bambini smarriti, in collaborazione con i bagnini veri e propri.

Al di là dell’incredulità, non si tratta sicuramente di una questione da prendere alla leggera. Una situazione del genere apre forse una breccia per future decisioni ancora più drastiche? E’ noto infatti che stare in spiaggia tutti insieme, uomini e donne, con indosso i classici striminziti costumi da bagno “occidentali” rappresenta già un problema di convivenza con alcune comunità straniere.

Ed infine, dopo tanto blaterare di discriminazione femminile, è piuttosto grottesco che a pagare siano proprio delle donne che non hanno le tanto discusse “quote rosa” ed oligarchie di qualche genere pronte a cooptarle, ma “soltanto” la loro professionalità, il bisogno e la voglia di lavorare.

AGGIORNAMENTO: (ANSA) – VENEZIA, 30 MAG – Retromarcia in serata dell’associazione degli arenili di Jesolo sull’esclusione delle donne dal servizio di hostess e antiabusivismo sulle spiagge per non urtare la sensibilità degli islamici. Dopo il polverone sollevato dalla decisione e la minaccia del Comune di non concedere alcun contributo economico all’iniziativa, il presidente Renato Cattai torna sui suoi passi. “Dall’1 giugno – promette ora – inizierà il progetto di ‘Beach Steward’ anche con la presenza di donne”.

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