Associazione a delinquere ed evasione fiscale: queste le accuse che hanno portato all’arresto di Massimo Ciancimino. Il provvedimento nei confronti del figlio di Vito, ex sindaco mafioso di Palermo, è stato firmato dal gip di Bologna Bruno Perla: Ciancimino è stato trasferito al carcere Pagliarelli di Palermo. Oltre a lui sono finite in prigione altre otto persone, mentre per quattro sono scattati gli arresti domiciliari.
L’arresto rientra nell’inchiesta portata avanti dalla Dda di Bologna con la Guardia di Finanza di Ferrara ed è centrata su un’evasione fiscale da trenta milioni di euro: nell’indagine sono coinvolte anche 23 società. Secondo l’accusa, Massimo Ciancimino nella sua attività di trader di acciai avrebbe evaso il fisco tra il 2007 e il 2009. Oltre al figlio dell’ex sindaco di Palermo, in carcere sono finiti: Patrizia Gianferrari di Riccione, Gianluca Apolloni di Roma, Paolo Signifredi di Parma, Mario Carlomagno e Mario Paletta di Potenza, Massimiliano Paletta di Ferrara, Valter Lotto di Reggio Emilia e Ennio Ferracane di Bergamo. Agli arresti domiciliari invece Giulio Galletto di Rovigo, Armido Manzini di Modena, Elena Rozzanti di Ferrara ed Etois Safà.
Secondo quanto si apprende, nell’inchiesta sull’evasione fiscale, Massimo Ciancimino sarebbe accusato di avere rapporti con la mafia calabrese, in particolare con la cosca Piromalli della Piana di Gioia Tauro. Il legale di Massimo Ciancimino, testimone chiave e imputato nel processo sulla trattativa tra Stato e Mafia, punta il dito proprio sul processo di Palermo: “A quattro anni dai fatti – le parole dell’avvocato Francesca Russo – arriva l’arresto, ordinato guardacaso all’indomani dell’apertura del processo Stato-mafia”.
Preoccupato anche Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato dalla mafia: “Mi preoccupa l’arresto di Massimo Ciancimino per un reato fiscale in un momento così delicato come quello dell’avvio dell’inizio del processo per la trattativa Stato e mafia. È una cosa che mi fa pensare”.