E’ di oltre novanta morti, di cui 20 bambini, e 150 feriti, il bilancio provvisorio delle vittime del violento tornado ha colpito la zona di Oklahoma City, negli Stati Uniti, seminando morte e distruzione soprattutto nella cittadina di Moore, già teatro nel 1999 di un episodio simile che aveva causato la morte di una quarantina di persone, ma nulla a confronto di quanto avvenuto ieri.
Con venti che soffiavano fino a 320 km all’ora, il tornado di dimensioni gigantesche, oltre 3 chilometri di diametro, in soli 40 minuti ha devastato ogni cosa si trovasse sul suo percorso.
Le immagini che si vedono in televisione mostrano uno scenario post apocalittico, con incendi, interi isolati con edifici rasi al suolo – tra cui la Plaza Tower e la Briarwood Elementary school, le cui mura sono completamente crollate con bambini e insegnanti intrappolati sotto le macerie – , o gravemente danneggiati, alberi sradicati, pali della luce abbattuti e automobili sollevate in aria come fuscelli e poi ricadute a terra, a metri di distanza. L’allarme è stato lanciato dal National Weather Service alle 21.40 ora italiana, appena 16 minuti prima che sulla zona si scatenasse l’inferno, impedendo agli abitanti di mettersi al riparo. E l’allarme purtroppo è tutt’altro che cessato. Come spiegano i metereologi, c’è la possibilità che si formino nuovi fenomeni nelle prossime ore, dopo la serie di 28 tornado che negli ultimi due giorni hanno colpito diversi stati del Midwest tra cui Kansas, Iowa, Illinois e Oklahoma appunto.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dichiarato lo stato di calamità in Oklahoma e ha rassicurato alla governatrice dell’Oklahoma, Mary Fallin, tutto il supporto economico e l’assistenza necessaria a superare la grave crisi.
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