Salone del libro: i 140 caratteri di Twitter che aiutano la lettura

Nonostante il motto di quest’anno al Salone del Libro sia “dove osano le idee”, mentre quello dell’anno scorso era “primavera digitale”, anche in questa edizione 2013 non si può fare a me di parlare di social network e di editoria web 2,0.

Come sta accadendo in gran parte della nostra vita, anche nel mondo dei libri è entrato preponderante internet e le sue creature. L’imponente influenza della rete non riguarda soltanto i commenti alle ultime opere letterarie in commercio ma assurge a vero e proprio volano per la promozione dell’opera stessa, rendendola conosciuta al grande pubblico e soprattutto accessibile intellettualmente grazie alle analisi di utenti e promotori.

Internet una vetrina indispensabile, dunque, che agisce mediante social network e Twitter in particolare. E difatti, la maggior parte delle case editrici può vantare un account sull’uccellino, attraverso il quale promuove e invoglia alla lettura sugli ultimi manoscritti del momento.

Ed è proprio attraverso il social che si crea quel ponte di connessione fondamentale tra scrittori e lettori; un via di comunicazione priviligiata che rende, come non mai, la letteratura a portata di tutti. In un momento in cui tutte le statistiche e gli studi di settore parlano di una diminuzione del numero di lettori nel nostro paese e una crisi dell’editoria, la via diretta tra chi scrive e chi legge diviene un momento topico per la sopravvivenza stessa dell’editoria così come la conosciamo oggi. Pensiamo a quanti autori, cosiddetti minori, riescono oggi a farsi conoscere a differenza degli anni passati, quando a meno che non si aveva la fortuna di essere promosso da una grande casa editrici, lo sconosciuto rischiava di passare presto nel dimenticatoio, su qualche scaffale nascosto di una piccola casa editrice di provincia.

Oggi internet è cassa di risonanza per tutti, “grandi e piccoli”(editori) e forse, è proprio grazie alla rete che molto si tiene ancora a galla. Non sottovalutiamo il potere del passaparola virtuale, specie per quelle opere definite ostili al potere nazional-popolare e bandite, per questo, dai salotti bene della tv italica.

Se si è ritornati alla pace tra editori e lettori, dunque, lo si deve proprio al web, ed in particolare ai 140 caratteri di Twitter che hanno saputo, con umiltà, tessere una rete di storie, confronto e autocritica costruttiva. Ovviamente, sappiamo perfettamente che dietro ogni twett si nasconde un esperto di marketing alla ricerca di mirati followers ma è anche vero, che non tutti gli utenti si trasformano in compratori. Ergo, quello che resta è il confronto e solo in un secondo momento, il mero guadagno.

L’evolversi futuro dell’editoria resta, in ogni caso, un mistero, pieno di dubbi ed insidie. Per il momento, apprezziamo questo salotto privilegiato di confronto che è internet con l’auspicio che se il cartaceo scompare, le idee comunque crescano.

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