Addio Hermione. Da Harry Potter a Cannes, Emma Watson si è lasciata definitivamente alle spalle il personaggio che l’ha resa una celebrità andando alla ricerca di ruoli più maturi e complessi.
Sul red carpet ha incantato tutti con quel suo solito stile raffinato e fresco da ragazza della porta accanto, ma la giovane attrice inglese è quasi irriconoscibile in The Bling Ring di Sofia Coppola, che ha aperto ieri il concorso di Un Certain Regard, dove gareggia anche la nostra Valeria Golino.
Dopo il fortunato Somewhere (Leone d’oro alla Mostra di Venezia nel 2010), Sofia Coppola getta il suo sguardo autoriale sull’adolescenza ribelle, vuota e tormentata dell’America di oggi, cresciuta bombardata da reality, social network e gossip. Protagonisti della storia – ispirata da un fatto di cronaca realmente accaduto tra il 2008 e il 2009 – è una gang di ragazzi dei quartieri alti di Los Angeles che, un po’ per sfida un po’ per ammazzare la noia delle loro vuote esistenze, si divertono a seguire su internet la vita dei loro idoli dello show biz, da Paris Hilton a Lindsay Lohan, per poi intrufolarsi nelle loro sfarzose case e condividere su Facebook gli scatti in posa mentre arraffano gioielli, vestiti e altre chincaglierie.
Nei panni della sexy bad girl alla guida del un gruppo di scatenate adolescenti c’è proprio Emma Watson che vediamo in un’inedita versione femme fatale tra provocazioni, ammiccamenti e una sensuale scena di lap dance. Ad incarnare il nuovo lato della Watson, la copertina di maggio di GQ British in cui Emma posa (s)vestita come la Pretty Woman di Julia Roberts. Ma a dispetto della sua voglia di cancellare l’immagine da brava ragazza cucitagli addosso dalla saga del maghetto, Emma è quanto di più lontano possa esserci dal personaggio di Nikki: “Rappresenta tutto quello che ho sempre combattuto: è superficiale, materiale, venale e amorale. Ma è stato interessante e mi ha dato un nuova prospettiva da cui guardare il mio lavoro e come potrebbe essere il mio ruolo di attrice”.