Ha preso il via ieri sera, con l’anteprima europea de Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann, la 66ma edizione del Festival di Cannes. Dal 15 maggio fino al 26 i riflettori saranno puntati sulla Croisette dove, tra glamour e cinema d’autore, sfileranno sul red carpet grandi artisti internazionali, tra cui non mancheranno anche nomi di casa nostra. Da Nicoletta Braschi, la moglie di Roberto Benigni, giurata della Cinéfondation, a Valeria Bruni Tedeschi in concorso con un film francese (Un chateau en Italie) interamente girato in Italia, e Pippo Delbono, protagonista del film francese Henri che chiuderà la Quinzaine, fino agli spettacolari costumi de Il Grande Gatsby disegnati dalla nostra Miuccia Prada.
Quanto al cinema che conta, a portare in alto il nome dell’Italia al festival francese quest’anno un tris di film tra dolce vita trash, eutanasia e mafia, con il ritorno di Paolo Sorrentino, la “prima volta” di Valeria Golino da regista, e il debutto di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia. Vediamoli nel dettaglio.
LA GRANDE BELLEZZA. Sorrentino è ormai un habituè della Croisette dove torna in concorso per la quinta volta consecutiva. Al festival quest’anno si ritroverà a competere per la Palma d’oro con registi del calibro di Soderbergh e dei fratelli Coen con una pellicola molto ambiziosa, una sorta di versione aggiornata al terzo millennio del capolavoro di Federico Fellini, La Dolce Vita. La Grande Bellezza è un affresco di una mondanità decaduta e volgare a cui fa da contraltare la bellezza immutabile e maestosa della città eterna. Come un moderno Virgilio, il giornalista e scrittore Jep Gambardella (Toni Servillo), si muove tra feste e salotti capitolini raccontandone con cinismo e disincanto, tutto il loro campionario trash di politici presenzialisti, cafoni arricchiti, finti vip e donne al botox. Nel cast anche Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Giorgio Pasotti, Isabella Ferrari, Luca Marinelli e Carlo Buccirosso. Iaia Forte, Roberto Herlizka, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Serena Grandi. In Italia si vedrà il 21 maggio, in contemporanea con la Francia.
SALVO. Nella Semaine de la Critique troviamo l’opera prima di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, Salvo, che mette in scena una storia di amore con risvolti noir calata in una realtà malavitosa. Salvo, è uno spietato killer di mafia che all’ennesimo omicidio si ritrova a fare i conti con dei risvolti inaspettati: incontra Rita, sorella cieca dell’uomo che deve uccidere. Lei tenta di salvare il fratello, e mentre lottano, alla donna torna la vista. Attraverso il miracolo di Rita, anche Salvo inizia ad aprire gli occhi ed è come se vedesse per la prima volta in vita sua. Del cast fanno parte l’attore palestinese Saleh Bakri, Luigi Lo Cascio, e l’esordiente Sara Serraiocco. Mentre Daniele Ciprì è il direttore della Fotografia
MIELE. Per il suo debutto alla regia Valeria Golino non ha scelto di certo un tema facile da trattare. Miele, già uscito nelle sale italiane, concorre nella sezione Un certain regard ed essendo un’opera prima anche alla Caméera d’or. Liberamente ispirato al romanzo A nome tuo di Mauro Covaich, il film parla di morte, malattia e suicidio assistito attraverso la storia di Irene (Jasmine Trinca) che, a pagamento e illegalmente, dà la morte a quei malati terminali che decidono di farla finita. L’incontro con un ingegnere (Carlo Cecchi) incapace di sopportare il disagio di vivere in una società che non comprende e deciso a morire pur essendo assolutamente sano, sconvolgerà la difficile routine di Irene, cambiandola per sempre.