Facilità d’uso, accessibilità e disponibilità della banda larga costituiscono gli elementi critici su cui è necessario agire per incrementare lo sviluppo a livello planetario. Nell’era digitale risultano essere questi gli asset principali per garantire l’abbattimento del digital divide. Ma vediamo insieme quali sono gli ultimi risultati del report annuale dell’ ITU – International Telecoms Union, l’agenzia Onu per l’informazione e le tecnologie della comunicazione.
Sono 2,7 miliardi, ovvero il 39% della popolazione mondiale, le persone che hanno accesso al web. Mentre il 77% della popolazione di quello che l’ITU chiama mondo sviluppato ha regolare accesso a internet, per le zone del mondo in via di sviluppo si scende al 31%. Secondo le statistiche dell’agenzia il tasso di penetrazione della rete varia sensibilmente da area a area, attestandosi al 75% in Europa, al 61% in America, al 32% in Asia e, infine, al 16% nel continente africano. Dallo studio si evince anche che gli uomini utilizzano la rete più delle donne. In termini assoluti, sono1,3 miliardi le donne online contro 1,5 miliardi di uomini. A livello mondiale si passa infatti dal 97% della popolazione femminile al 41% di quella maschile. La forbice si rivela stranamente più ampia nei paesi sviluppati, con l’80% di uomini contro il 74% delle donne. Nei paesi in via di sviluppo, infatti, il sesso maschile è pari al 31% contro il 29% di quello femminile.
Sono invece 750 milioni in tutto il mondo le famiglie che accedono ad internet. Europa ed Africa si posizionano rispettivamente al primo e all’ultimo posto della classifica relativa all’uso del web da parte delle unità familiari. Si evince però che tra il 2009 e il 2013, il tasso di penetrazione di internet nelle famiglie sia cresciuto in maniera più sostenuta in Africa, con una percentuale del 27% rispetto al 15% dell’area asiatica e pacifica, nonché degli Stati Arabi e della CSI – Comunità degli Stati Indipendenti (ex Unione Sovietica). Inoltre grazie alla forte diminuzione dei costi dei servizi che, dal 2008 al 2012, sono diminuiti dell’82%, sono circa 700 milioni gli abbonamenti alla banda larga nel mondo, con un tasso di penetrazione globale del 9,8%. Rimane comunque ancora un forte divario tra le diverse aree del pianeta. Se si osservano poi i dati relativi alla diffusione della banda larga ad alta velocità (dai 10Mbit/s in su) si nota che i paesi più all’avanguardia risultano le economie asiatiche come Repubblica di Corea, Hong Kong e Giappone. Bulgaria, Islanda e Portogallo per quanto riguarda l’Europa. L’Italia si piazza all’ultimo posto in Europa.
Dal report viene fuori un altro dato davvero interessante. La banda larga mobile, il più dinamico mercato dell’ITC che è caratterizzato da una crescita annua del 40%, si prevede che entro il 2013 supererà la cifra di 2 miliardi di sottoscrizioni. Notevole la crescita nei paesi in via di sviluppo, con l’Africa al primo posto, dove gli abbonamenti alla banda larga mobile nel periodo 2011-2013 sono raddoppiati passando da 472 milioni a 1 miliardo e 160 milioni. Rimangono molto diverse le tariffe di accesso al servizio che risultano più costose nei paesi meno sviluppati. Al primo posto l’Europa che risulta essere il continente con l’accesso alla rete mobile dai costi più convenienti.
Sono 6,8 miliardi i contratti di telefonia mobile nel mondo. Su una popolazione mondiale di 7,1 miliardi di individui, solo 300 milioni di persone mancano all’appello. Un tasso di penetrazione che si calcola sia al 96%, con picchi più alti che vanno dal 170% dell’area CIS al 126% dell’Europa, fino ai minimi dell’Africa con il 63% e dell’Asia-Pacifico con il 95%. Proprio in quest’ultima macroarea sarebbero però presenti oltre 3,5 miliardi di cellulari, circa metà della cifra mondiale. Una crescita impetuosa secondo il rapporto ITU. Entro il 2014 ci saranno più telefoni cellulari che persone nell’intero pianeta.