La storia delle tre ragazze rapite anni fa e ritrovate in vita, segregate in una casa di Cleveland, Ohio, sta facendo il giro del mondo già da qualche giorno. Da quando una di loro, Amanda Berry, rapita a 16 anni e data per morta da una medium, ha trovato il coraggio di scappare dalla casa degli orrori grazie all’aiuto a due vicini di casa, Charles Ramsey e Angel Cordero, e a chiamare la polizia, mettendo così fine ad un incubo lungo dieci anni. Con lei, sono state liberate anche Gina DeJesus, scomparsa nel 2004 a 14 anni, Michelle Knight, rapita del 2002 quando aveva 21 anni, e una bambina di 6 anni che Amanda ha avuto durante gli anni della segregazione da parte di Ariel Castro, 52enne autista di scuola bus in carcere con l’accusa di rapimento e stupro, e con una cauzione fissata a 8 milioni di dollari.
La polizia nell’ispezionare la casa-bunker ha rinvenuto catene e corde, con cui le donne venivano legate quando il padrone di casa era assente. “Credo che ogni tanto venissero liberate nel giardino sul retro”, ha detto il capo della polizia Michael McGrath, dando così credibilità alla telefonata di un vicino che due anni fa raccontò di aver visto una donna nuda aggirarsi nella proprietà di Castro, ma la polizia non diede mai seguito alla chiamata.
Le donne hanno subito ripetuti pestaggi e violenze. Almeno cinque le gravidanze sopportate dalle vittime durante i loro anni di prigionia, e quattro i bambini nati e morti poco dopo. Una di loro, Michelle Knight ha subito anche due aborti spontanei a causa delle percosse subite da Castro e per lo stato di malnutrizione in cui si trovava. Diversa la sorte toccata ad Amanda che nel giorno di Natale di sei anni fa ha partorito in una piscinetta gonfiabile la piccola Jocelyn, liberata assieme alla mamma. Intanto gli agenti dell’Fbi e la polizia locale concentrano la loro attenzione sulla casa degli orrori e in particolare sul giardino nella speranza di trovare tracce che riescano a far luce su un altro caso di scomparsa del 2007 che potrebbe avere un qualche collegamento con quello delle tre donne salvate. L’inchiesta riguarda Ashley Summers, una quattordicenne svanita nel luglio del 2007 e vista per l’ultima volta nella stessa zona di Cleveland in cui sparicono Amanda, Gina e Michelle.
Intanto Amanda Berry e la piccola Jocelyn sono ritornate dalla loro famiglia. Ad attenderle parenti, giornalisti e la solita folla di curiosi. Tutti, eccetto la madre morta tre anni dopo la sua scomparsa per un attacco cardiaco. Nessuna dichiarazione di Amanda, a parlare per lei è la sorella Beth Serrano che ai microfoni dei giornalisti ringrazia tutti “per non aver mai dimenticato il caso di mia sorella” e chiede in lacrime “di concedere del tempo ad Amanda e a mia nipote per trovare pace, e di rispettare la nostra intimità fino a quando non saremmo noi a voler parlare”. Anche Gina DeJesus è tornata a casa dai suoi familiari che hanno chiesto alla comunità di “non vendicarsi sui tre sospetti o sulle loro famiglie”. Resta invece in ospedale, ancora sotto osservazione, Michelle Knight, le cui condizioni comunque non destano preoccupazioni.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=UAssO_365RY[/youtube]
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=9IG4vJHnyMs[/youtube]