Ha ottenuto la fiducia alla Camera soltanto ieri, mentre quella del Senato arriverà tra qualche ora, ma per il governo Letta è già il tempo degli scontri: nessuno si aspettava che tutto potesse filare liscio in una squadra composta da persone che solo qualche giorno fa si dicevano peste e corna l’una dell’altra, ma che arrivasse così presto il tempo dei litigi era difficile da immaginare.
Il tema del contendere è la tanto odiata Imu: il presidente del Consiglio nel suo discorso di ieri alla Camera aveva anticipato lo stop immediato al pagamento dell’Imposta municipale unica sulla prima casa dalla rata di giugno, ricevendo il plauso da tutto il Pdl. Un’approvazione però che si è trasformata presto in disagio e polemica: la miccia è stata accesa dal ministro Franceschini che in mattinata aveva chiarito che “l’Imu non verrà tolta, ma ci sarà una proroga per la rata di giugno”.
Parole che hanno avuto l’effetto del vento sulle fiamme: l’incendio è divampato con Matteoli che chiede un chiarimento al premier Letta prima del voto di fiducia al Senato. Chiarimento che prova a dare il ministro Delrio: “L’Imu verrà sospesa per la rata di giugno con l’impegno ad alleggerirla soprattutto per i meno abbienti”, le parole del responsabile del dicastero degli affari regionali e delle autonomie. Dichiarazione che non placa la furia del Pdl con Brunetta che parla di “patti da rispettare” e Berlusconi che va addirittura oltre, ventilando la possibilità di uscire dal governo se non “venissero attuate le misure sull’Imu”.
Insomma a due giorni dal giuramento e non avendo ancora incassato la fiducia in entrambi i rami del Parlamento, il governo Letta sembra aver già i primi mal di pancia: le previsioni non erano rosee, ma di questo passo l’esecutivo durerà ancora meno dei diciotto mesi previsti dagli osservatori.