Minuto diciasette di Palermo-Inter, i nerazzurri sono sotto di un gol, ma il peggio per la formazione di Stramaccioni deve ancora venire: Aronica entra in scivolata su Zanetti, il capitano dell’Inter rimane in piedi qualche secondo, poi si accascia al suolo. Il grido di dolore dell’argentino fa il giro degli stadi, la prima diagnosi, confermata in serata, mette di cattivo umore l’intero mondo calcistico italiano: il tendine d’Achille ha fatto crack, si parla di almeno sei mesi di stop, ma c’è chi ritiene che sia a rischio la carriera del calciatore.
Zanetti però non è tipo da mollare: lui capitano di mille battaglie nerazzurre, lui che ha messo la faccia nei trionfi ma soprattutto nei momenti di crisi della squadra, giura che si rialzerà e tornerà a correre e indossare la maglia che, dopo diciotto anni e un record di presenze difficilmente superabile, è divenuta ormai una seconda pelle.
“La mia carriera non è finita ma da tanto tempo dovevo cambiare le gomme. Voglio tornare più forte di prima“, il commento di Zanetti subito dopo la conferma della diagnosi: parole che dimostrano ancora la volta la forza di un uomo che con il suo impegno in campo e fuori, il suo modo di approcciarsi al calcio, è divenuto un esempio anche per i tifosi delle squadre avversarie. Si spiega così la pioggia di messaggi di solidarietà che è caduta addosso al capitano dell’Inter: Juventus, Milan, Buffon, Marchisio, Giuseppe Rossi, Balotelli, non si contano gli auguri che sono pervenuti all’argentino.
Solo una sparuta rappresentanza di tifosi del Milan ha pensato bene di fare ironia sull’infortunio di ‘Pupi’ (“Salta con noi Javier Zanetti”). Unica nota stonata in un coro che ha accomunato tutto il calcio italiano: torna presto, capitano!