Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è accusato esplicitamente da alcuni scienziati di violare gli accordi sul disarmo, implementando un piano da dieci miliardi di dollari per modificare degli armamenti nucleari già dislocati in Europa.
Secondo il quotidiano Guardian, che riporta la notizia, circa 200 bombe a caduta libera modello B61, prodotte sul finire degli anni ’60, saranno modificate per diventare “bombe intelligenti”, guidabili verso uno specifico bersaglio e sganciate dagli ormai noti cacciabombardieri F-35, già al centro di numerose polemiche politiche sulla opportunità o meno del loro acquisto. Gli ordigni sono conservati in Belgio, Olanda, Germania, e Turchia, mentre in Italia ne sono ancora presenti circa 90, nelle basi di Aviano in Friuli e Ghedi vicino Brescia.
Gli Stati Uniti nel 2010 si sono impegnati con il “Nuclear Posture Review” a ridurre il numero delle armi nucleari ed al non sviluppo di nuove testate. Hans Kristensen, esperto della Federazione degli scienziati nucleari, accusa: “Sta accadendo un significativo aggiornamento della capacità nucleare degli Stati Uniti in Europa, questo va contro la promessa di Obama di non dislocare nuove armi”. Joseph Cirincione, presidente del Ploughshares Fund, gruppo che si batte contro le armi di distruzione di massa, è altrettanto categorico: “E’ criminale profondere miliardi di dollari per le B61, per armi la cui missione è evaporata con la fine della Guerra Fredda”.
Gli Stati Uniti sono pronti ad utilizzare gli stanziamenti per rendere ancora utilizzabili le B61, più un altro miliardo per l’aggiornamento tecnologico della struttura esterna. La potenza distruttiva degli ordigni è tutt’altro che trascurabile: per quanto datate, si tratta pur sempre di bombe atomiche con un peso che può arrivare a 320 kg, una lunghezza di circa 3 metri e mezzo ed un diametro di 33 cm. Il modello B61 Mk12 presente negli arsenali NATO dovrebbe avere una potenza di 50 chilotoni, molto più potenti della bomba sganciata su Hiroshima durante la seconda guerra mondiale.
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Il progetto prevede quindi di rendere utilizzabili 200 nuove B61 tra il 2019 e il 2020, pronte all’uso sui caccia-bombardieri invisibili F-35, per i quali sono stati già spesi nel mondo 323 miliardi per 2443 unità, di cui 90 all’Italia. Secondo l’amministrazione Obama, che si difende dalle critiche, gli impegni presi sul disarmo nucleare permangono e l’aggiunta delle “appendici di coda” per rendere indirizzabili le B61 non è considerato un cambiamento “significativo” e di conseguenza non vi sarebbe alcuna violazione degli accordi stabiliti nel 2010.