Dopodomani inizieranno le consultazioni tra il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, le maggiori cariche istituzionali e tutte le principali forze politiche italiane. Pur restando l’ipotesi più probabile, almeno come primo tentativo del Capo dello Stato, un incarico esplorativo affidato a Pierluigi Bersani, le possibilità che un governo si formi realmente restano bassissime, perchè il Movimento 5 Stelle, nonostante le prime polemiche interne, conferma il suo no ad un’alleanza col Pd, mentre quest’ultimo sbarra la porta a qualsiasi soluzione di governo di larghe intese col Pdl.
Altre soluzioni non sembrano esserci, ma tutti i partiti politici continuano intanto a farci vergognare di chi dovrebbe rappresentarci. Mario Monti confessa oggi pubblicamente di essere rimasto stizzito dal divieto posto da Napolitano alla sua candidatura come Presidente del Senato, dopo essere stato nominato “dall’alto” senatore a vita e Presidente del Consiglio.
Non appagato da 13 mesi in cui è riuscito ad impoverire tristemente l’Italia, distruggendo tutti i principali valori di riferimento economici del nostro Paese, il Professore, ancora Presidente del Consiglio, voleva farsi eleggere pure Presidente del Senato da senatore a vita quale è, calpestando ancora una volta le pratiche istituzionali, pur essendo la sua formazione politica l’unica ad esser uscita realmente sconfitta dalle elezioni (secondo i sondaggi poi, se si rivotasse oggi, non riuscirebbe neanche ad entrare in Parlamento). Ma non aveva dichiarato per oltre 1 anno di non essere interessato alla vita politica ed ai ruoli di potere?
La coerenza dei grillini cede purtroppo subito al primo appuntamento importante, con oltre 10 senatori che votando Grasso hanno disatteso immediatamente il codice di comportamento del Movimento 5 Stelle, che vieta di votare contro le decisioni prese dal partito a maggioranza dei suoi eletti.
Della cieca sete di potere della vecchia classe dirigente del Pd, che pur non avendo i numeri continua a voler formare un governo tutto proprio ne abbiamo già parlato, a questo aggiungiamo un Pdl tornato partito a difesa degli interessi privati del suo leader Silvio Berlusconi, anche se le scene patetiche delle continue e lunghissime visite fiscali inviate una settimana fa al Cavaliere, uomo di 77 anni ricoverato in ospedale, hanno fatto perdere punti stavolta anche alla nostra magistratura.
Ma ai nostri interessi (quelli di tutti i cittadini) allora chi ci pensa?