Non è certo una novità che l’Iran non avesse ancora digerito la vittoria agli Oscar di Argo. Ma mai ci si poteva aspettare che si spingesse fino al punto di denunciare Hollywood. Invece, secondo quanto scrive il quotidiano filo-riformista Shargh, le autorità della Repubblica islamica sarebbero pronte a citare in giudizio i produttori della pellicola diretta da Ben Affleck, colpevole di aver dato al mondo intero “un ritratto non realistico” del paese.
Già all’indomani della vittoria, contro il film diretto da Ben Affleck, si era scagliato il ministro della Cultura e della Guida Islamica, giudicando la vicenda dell’escamotage con cui la Cia liberò i sei diplomatici fuggiti durante l’assalto all’ambasciata Usa di Teheran, nel 1979, un prodotto “senza valore artistico” e profondamente “contro l’Iran”. Dalle parole pare dunque si stia passando ai fatti.
La decisione di intraprendere un’azione legale è arrivata dopo la denuncia fatta da un gruppo di funzionari culturali e critici cinematografici iraniani che si fa chiamare “L’imbroglio di Hollywood”. «Dare un premio a un film anti-iraniano è un attacco propagandistico contro la nostra nazione e l’intera umanità», è la dichiarazione ufficiale emessa in un comunicato a seguito della proiezione privata del film, che peraltro non è mai uscito in sala. A seguire l’iter giudiziario sarà l’avvocato francese Isabelle Coutant-Peyre – già nota per essere legata al terrorista di origine venezuelana Llich Ramirez Sanchez (alias Carlos lo Sciacallo), che in questi giorni si troverebbe in Iran proprio per discutere le modalità con cui portare avanti la denuncia contro l’industria cinematografica americana. La possibilità che la causa realmente vada avanti è quanto mai dubbia. Iran e Stati Uniti hanno rotto qualsiasi relazione diplomatica proprio dopo la crisi del 1979 raccontata dal film di Affleck. Questo significa che qualsiasi procedimento contro Hollywood debba essere intentato non in America, ma in un qualsiasi altro paese in i film in questione siano stati distribuiti. Molto più probabile, invece, che si tratti dell’ennesima provocazione “politica”, frutto di una propaganda di stato abituata a vedere il marcio in ogni prodotto culturale proveniente dall’Occidente.
Argo comunque non è il solo film hollywoodiano ad essere preso di mira dall’Iran per aver distorto l’immagine de paese promuovendo nel mondo una sorta di “Iranfobia”. Tra questi ricordiamo: 300 (2006) di Zack Snyder, tratto dal comic di Frank Miller che raffigura la famosa battaglia delle Termopili nel 480 a.C. che vide fronteggiarsi gli spartani guidati da Re Leonida e il poderoso esercito persiano comandato da Serse, definito come una “deviazione storica” che dipinge i persiani come “creature feroci e violente più che come esseri umani”; Mai senza mia figlia (1991), storia vera di una donna americana e di sua figlia in fuga da Teheran e da un marito violento e ossessionato dalla religione; The Wrestler di Darren Aronofsky.