Antonio Razzi e Domenico Scilipoti compaiono nel registro degli indagati della Procura di Roma nell’inchiesta sui cambi di partito avvenuti in Parlamento nel dicembre 2010. Lo scenario in cui si muovono gli inquirenti è quello della difficoltà attraversata dal governo Berlusconi, all’indomani della rottura con Gianfranco Fini: le indagini sono state avviate dal procuratore aggiunto Francesco Caporale dopo alcune denunce presentate dal leader dell’Idv Antonio Di Pietro, in seguito all’abbandono da parte dei due senatori del gruppo parlamentare dell’Idv, in contemporanea a un voto di fiducia all’esecutivo guidato da Berlusconi.
Il reato ipotizzato per Razzi e Scilipoti è la corruzione:”È ridicolo tornare ancora su questo argomento che è già stato chiarito – afferma Scilipoti ad ‘Affaritaliani.it -. La mia fu una scelta dettata dalla volontà di difendere gli interessi degli italiani e non quelli di bottega. Avrei fatto la stessa cosa anche se il presidente del Consiglio fosse stato D’Alema o Bersani: dovevamo difendere l’Italia”.
Sulla stessa scia anche il commento di Razzi che dalle pagine di ‘Repubblica.it’ dichiara: “Cosa ho rubato una mela? Ancora con questa storia, questo succede quando non si è capaci di perdere -le parole del senatore riferite a Di Pietro -, bisogna essere sportivi”. Probabile ora che i due parlamentari siano ascoltati dai magistrati nei prossimi giorni: intanto in Procura si è presentato l’ex leader dell’Italia dei Valori.
Di Pietro avrebbe presentato un memoriale e fornito elementi su Giuseppe Caforio, altro ex senatore Idv che raccontò all’ex magistrato di essere stato avvicinato nel 2008 da De Gregorio per non votare la fiducia al governo Prodi in cambio di una somma di denaro.