Oscar 2013: Daniel Day-Lewis verso la terza statuetta come miglior attore protagonista

C’è poco da dire riguardo questa cinquina, perché in tutta la Awards Season abbiamo praticamente assistito all’one-man show di Daniel Day-Lewis che, come spesso del resto, ha stracciato la concorrenza, vincendo ogni premio c’era da vincere. Questo, ovviamente, rende la categoria estremamente facile da pronosticare, ma al di là dei premi conquistati nella corsa verso l’Oscar, è estremamente difficile che l’Academy possa snobbare una tale interpretazione.

Non è solo la strabiliante trasformazione fisica a cui si è sottoposto per calarsi nei panni di Lincoln, unita ad una recitazione maestosa, a dover essere premiata, ma il coraggio mostrato dal camaleontico attore inglese nel dare vita sullo schermo ad un leader politico carismatico come Abramo Lincoln,  uno dei presidenti più amati della storia americana, l’uomo del cambiamento che ha gettato le basi per una società democratica e civile, segnando la storia non solo della sua nazione ma anche dell’attore che lo ha interpretato, che potrebbe diventare il primo ad aver vinto tre volte nella stessa categoria.

Di fronte ad una performance così eccelsa, si tende quasi a dimenticare gli altri attori della cinquina e sarebbe sbagliato, perché la rosa di interpreti di quest’anno nella categoria Migliore Attore è davvero valida. Prendiamo l’istrionico Joaquin Phoenix in “The Master” alle prese con un personaggio borderline come è il suo Freddie Quell, un veterano traumatizzato e alcolista preso sotto l’ala protettiva del carismatico leader di una setta. Per questo ruolo che ne segna il ritorno sulle scene confermandone l’originalità interpretativa, Phoenix ha vinto la Coppa Volpi al Festival di Venezia. Questo lo ha reso un valido frontrunner, prima della sua poco felice uscita  sulla cerimonia degli Oscar;  In un qualsiasi altro anno, a quest’ora ci staremo chiedendo se Denzel Washington non fosse sulla strada verso la sua terza statuetta, dato che il suo eroico pilota alcolizzato è la quintessenza di quei personaggi complessi, profondi e ricchi di sfumature che in passato, spesso, sono stati premiati dall’Academy. Ovviamente le chance di soffiare la vittoria a Day-Lewis sono minime, anche perché il film di Zemeckis non gode della stessa popolarità di quello di Spielberg. Se c’è qualcuno che forse ha ancora una remota possibilità di mettere i bastoni tra le ruote all’interprete di “Lincoln” è Hugh Jackman, alla sua prima meritata nomination;  in “Les Misérables”  incarna il ruolo di un ex galeotto convertitosi ad una vita onesta, dimostrando che il suo non è un talento tutto muscoli ma anche cuore e soprattutto voce.  Le sue prestazioni canore poi sono davvero impressionanti, a tratti struggenti e piene di empatia.

Nella cinquina, il ruolo dell’outsider spetta a Bradley Cooper. Anche lui alla prima nomination, con “Il lato positivo” è riuscito a scrollarsi di dosso l’immagine dell’attore da commedia leggera stile The Hangover, convincendo tutti che c’è un talento nascosto sotto quella facciata da “uomo più sexy del mondo”. Cooper affronta alla perfezione la sfida, lanciatagli da David O. Russell, del ruolo più impegnativo della sua carriera, un ragazzo problematico affetto da bipolarismo che, dimesso da un ospedale psichiatrico, si ritrova catapultato nel quotidiano a dover rimettere insieme i pezzi della sua esistenza. In passato è già successo che fossero premiati attori in inediti ruoli drammatici (ad esempio Sandra Bullock per “The Blind Side”), perciò se volete rischiare nelle vostre scommesse forse è proprio lui quel biglietto della lotteria che vale la pena avere in tasca, in ogni caso.

Probabile vincitore: Daniel Day-Lewis, “Lincoln”
Non sorprenderebbe: Hugh Jackman, “Les Miserables”
Outsider: Bradley Cooper, “Il lato positivo”

 

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