Scontro sempre più duro tra Antonio Ingroia e Ilda Boccassini: il botta e risposta tra l’ex procuratore aggiunto di Palermo, candidato premier di Rivoluzione Civile, e il pubblico ministero noto per le sue battaglie legali contro Silvio Berlusconi, tocca livelli altissimi. Tutto nasce dalle dichiarazioni di Ingroia sul comportamento critico nei suoi confronti di alcuni colleghi: “Le battute e le velate critiche espresse da alcuni magistrati sono un copione che si ripete. Fu così anche per Giovanni Falcone”.
Il tirare in ballo il magistrato ucciso dalla mafia nel 1992 non è andato giù a Ilda Boccassini che ieri ha risposto in maniera molto dura: “Come ha potuto paragonare la sua piccola figura di magistrato a quella di Giovanni Falcone? – le parole del procuratore di Milano – Tra loro esiste una distanza misurabile in milioni di anni luce. Si vergogni”.
Il duello verbale è proseguito poi oggi con la contro-replica del candidato premier di Rivoluzione Civile: “Ho atteso una smentita che non c’è stata – ha detto Ingroia in riferimento alle dichiarazioni della Boccassini -. L’unica che dovrebbe vergognarsi è lei che, ancora in magistratura, partecipa in maniera così indecente alla competizione politica, manipolando le mie parole. Quanto ai giudizi personali su di me – ha concluso Ingroia – non mi interessano: mi basta sapere cosa pensava di me Paolo Borsellino e cosa pensava di lei“.
L’ex procuratore di Palermo ha avuto parole dure anche per Maria Falcone, sorella del giudice assassinato dalla mafia, che si era accodata alle critiche per la frase di Ingroia: “Alla signora Maria Falcone, con tutto il rispetto per il cognome che porta, dico di informarsi prima di parlare: non ho mai usato il nome di Falcone per i voti, lei invece sì, quando si candidò al Parlamento europeo, senza neanche essere eletta“.