Bersani, ospite stamane della trasmissione Agorà su Rai3, ha lanciato una proposta “rivoluzionaria” per l’Italia, e cioè il reddito minimo garantito per le persone senza lavoro. In Europa ce l’hanno praticamente tutti i Paesi, tranne noi e l’Ungheria.
Il salario minimo garantito rappresenta un sussidio (ovviamente molto più basso di un normale stipendio) che permette alle persone senza reddito, di avere un tot garantito ogni mese, senza scadenze, con l’impegno provato ovviamente che stiano cercando lavoro tramite i Centri per l’Impiego.
In un’epoca di tale crisi, costituirebbe un salvavita per molti cittadini italiani, già finiti sotto la soglia di povertà. Ma i fondi a disposizione, con un debito pubblico che continua a salire (dati di ieri) esistono? E proprio a tal proposito il segretario del Pd ha sottolineato nuovamente di temere di trovare della polvere sotto i tappeti dei conti pubblici, aggiustati magari solo all’apparenza dai tecnici. I soldi per gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, mobilità ed indennità di disoccupazione) in particolare, sarebbero a rischio per la seconda parte di quest’anno 2013. Preoccupazione, che insieme a quella degli esodati, Bersani afferma di voler mettere al primo posto delle situazioni su cui lavorerà il prossimo governo.
Pur confermando la volontà di allargare l’allenza dopo la vittoria delle elezioni, il leader del centro-sinistra reputa impossibile comunque un allargamento verso Monti, col patto di eliminare dall’alleanza Vendola: “Gli impegni si rispettano”.