Campagna elettorale sempre più tesa. Scoppia un vero e proprio giallo con l’apparizione, tra i contrassegni delle forze politiche depositati in queste ore al Viminale, di un finto “Movimento 5 Stelle” che differisce dall’originale solo per la mancanza del richiamo al nome di Beppe Grillo. “Qualcuno ha fatto il furbo ma non sappiamo ancora chi sia, si tratta di una truffa per danneggiarci” dicono dal partito, fiancheggiati dal comico genovese che minaccia furioso: “Siamo buoni, abbiamo gli avvocati ma poi se non entriamo non ci venite a parlare di democrazia, c’è il ‘cane di paglia’ di 6 milioni di votanti: voglio vedere cosa succede… li andiamo a prendere”
Ma il caso del M5S non è affatto isolato: altri simboli e/o nomi “civetta” sono stati presentati in (sleale?) competizione con quelli, ad esempio, della lista di Antonio Ingroia, dei “Fratelli d’Italia” di Giorgia Meloni e persino per la lista capitanata da Mario Monti in persona. Il 14 e 15 gennaio saranno le giornate decisive per la verifica della regolarità dei simboli e, in caso di mancata conformità alla normativa, il partito interessato dovrà fare una sostituzione entro 48 ore o presentare opposizione alla decisione su cui dovrà esprimersi un apposito ufficio centrale nazionale. Un rischio non da poco per diversi “Big” che si vedono minacciare spesso da piccoli gruppi o individui dalle finalità ancora poco chiare.
Nel frattempo, proprio nello spazio antistante il Viminale (dove Grillo si è letteralmente accampato per sorvegliare la presentazione del simbolo elettorale) è avvenuto un incontro casuale tra il comico e Simone Di Stefano, candidato di Casapound a governatore per la Regione Lazio. Di fronte alle telecamere si è svolta una cordiale chiacchierata, durante la quale i due sono apparsi d’accordo su diversi temi.
Grillo a domanda secca ha risposto che l’antifascismo non è un problema che gli compete: “Questo è un movimento ecumenico. Se un ragazzo di CasaPound vuole entrare nel Movimento 5 Stelle e ha i requisiti, può farlo…”, mentre dal canto suo Di Stefano sul finire della chiacchierata gli ha lanciato un assist: “Se la differenza è tra chi lo vuole lo stato e chi non lo vuole, allora ci siamo noi e te contro tutti gli altri”.
Non è mancata la coda polemica al colloquio, con militanti del M5S che in rete hanno chiesto chiarimenti ed altri che hanno accusato la stampa (che subito ha parlato di “alleanza con i fascisti”) di strumentalizzazione. Dal canto loro, i militanti di Casapound Italia hanno pubblicato l’evento sul canale Youtube ed espresso soddisfazione per la posizione di Grillo.
VIDEO: INCONTRO TRA GRILLO E CASAPOUND