Il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha oggi lanciato un allarme molto grave ed il fatto che venga da un rappresentate del centro-destra europeo (Ppe), ne rafforza il significato.
Il primo ministro lussemburghese ha dichiarato che una disoccupazione così alta, oltre l’11% come media dell’Eurozona, rischia di stritolare nel vero senso della parola l’Europa. Ma Juncker è andato ancora più a fondo del problema: “Bisogna ritrovare la dimensione sociale dell’Unione Economica e Monetaria, con misure come il salario minimo (sussidio garantito a chi, al di là della propria volontà, non riesce a trovare lavoro) in tutti i Paesi della Zona Euro, altrimenti perderemmo credibilità e approvazione della classe operaia, per dirla con Marx“, ricordando in un’ audizione all’Europarlamento la promessa fatta a tutti i cittadini europei all’inizio del percorso di unificazione: “Dobbiamo ricordarci che quando è stato fatto l’Euro, avevamo promesso agli europei che tra i vantaggi della moneta unica, ci sarebbe stato quello del miglioramento degli squilibri sociali“.
I più ricchi, sia tra i Paesi, che tra gli individui e le famiglie, devono essere pronti ad aiutare chi ha di meno: ragionamento che in Italia davvero pochissime formazioni politiche fanno ancora. L’esempio di un esponente così stimato a livello internazionale, e di centro-destra per giunta, ci auguriamo che possa aprire la mente ai nostri politici, impegnati invece da sempre ad incentivare e favorire le diseguaglianze sociali a favore di certe categorie di persone (lobbies, caste, banche, ricchi ecc. ecc.).