Mario Monti continua a prendersi gioco dei cittadini italiani, forse senza neanche accorgersene, ed oggi alla prima intervista (Radio Anch’io su Radio Uno) da campagna elettorale, e non più nel ruolo istituzionale di Presidente del Consiglio, che ancora comunque ricopre per il disbrigo degli affari correnti, ha dispensato pillole di ipocrisia.
La dichiarazione in particolare da sottolineare è la seguente:
“Bisogna ridurre la tassazione che grava su lavoro, sui lavoratori e sulle imprese, e parallelamente ridurre la spesa. Gli italiani hanno bisogno di alleggerimenti nella situazione per le famiglie, soprattutto quelle numerose, di un sistema sanitario che funzioni meglio e a costi minori e di un sistema fiscale che consenta la redistribuzione del reddito dai più ricchi ai più poveri“.
Ma chi ha governato nell’ultimo anno aumentando le tasse a dismisura, rendendole le più alte d’Europa? Chi è ancora oggi capo del Governo? Chi non ha fatto la patrimoniale sulle grandi ricchezze, andando a colpire solo i ceti più poveri? Ed ora viene a raccontarci di obiettivi fantastici per il futuro, quando ha fatto tutto il contrario fino ad oggi!
Sembra la storia del medico che dice cosa vorrebbe fare in futuro, con il paziente malato davanti ed al quale ha prescritto fino ad oggi le medicine sbagliate! Abbiamo insomma raggiunto il massimo del ridicolo! E quando parla di creazione di nuovi posti di lavoro, dopo le norme recessive da lui ideate che hanno spinto migliaia di aziende a chiudere, a trasferirsi, mettendo centinaia di migliaia di lavoratori sulla strada, viene da chiedersi se non siamo davvero su “Scherzi a Parte”.
Monti poi, com’è suo solito per non farsi mancare nulla, ha ribadito nel corso della stessa intervista che chi, come Vendola e Fassina, continua a voler lasciare i lavoratori italiani iper-protetti, è un conservatore che sbaglia di grosso, seppur in buona fede. Quindi italiani siete avvertiti: se ci sarà lui anche nei prossimi anni a guidare l’Italia, dopo aver massacrato gli ammortizzatori sociali (mobilità più che dimezzata e cassa integrazione ridotta, a partire dai prossimi anni secondo la modularità della legge Fornero), l’annientamento dell’articolo 18 diventerà realtà.