Niente ministri candidati e Pietro Grasso capolista: queste le linee guide tracciata dal leader del Pd, Pierluigi Bersani, nel corso della conferenza stampa in cui viene ufficializzata la candidatura del Procuratore nazionale antimafia. Una decisione, quella di Grasso, che sottolinea la volontà del Partito Democratico di mettere la legalità al centro della propria campagna elettorale: “Abbiamo voluto mettere la legalità come priorità assoluta per il paese – spiega Bersani – . Un grande partito deve essere un’infrastruttura per la riscossa civica del paese e la disponibilità di Grasso è una risposta positiva“.
Bersani non risparmia freccia al premier dimissionario Mario Monti e chiude la porta ai ministri del ‘governo dei professori’: “Un anno fa componemmo un governo di transizione, non vorrei che ora fossero sbranati nella competizione elettorale, per questo proporrò alla direzione di non candidare ministri. Questo non significa che non possano più essere utili”.
Utile per il Pd potrebbe essere sicuramente Pietro Grasso che sarà candidato come capolista, ma non in Sicilia: “Ho chiesto di non candidarmi in Sicilia, l’ho fatto con dispiacere perché vorrei ancora aiutare la mia terra, ma sono convinto che serva un periodo di decantazione”.
La candidatura del Procuratore ha provocato molte critiche, sopratutto da parte del Pdl con Fabrizio Cicchitto che non ha perso l’occasione di sottolineare come “alcuni dei magistrati fra i più impegnati nella lotta alla mafia e sul delicato rapporto mafia-politica sono in effetti già profondamente politicizzati in partenza”. Critiche alle quali risponde lo stesso Grasso: “Un magistrato non deve essere etichettato da un colore politico. Con coerenza ho annunciato a Bersani che una volta candidato, mi sarei dimesso dall’ordine giudiziario: servono però dei tempi tecnici e intanto mi sono messo in aspettativa per motivi elettorali”.