Il dado è tratto: l’ufficialità non c’è ancora, ma ormai i sussurri sono diventati grida e la discesa in campo di Mario Monti alle politiche del 2013 è data da più parti per certa. Anche le parole del presidente del Consiglio lasciano intuire la volontà di impegnarsi: “Molti dicono che sono tentato, di fare un lista, di candidarmi. L’unica cosa certa è che non cadrò nella tentazione di stare fermo, immobile nel mio scranno di senatore a vita”.
Ma qual è il progetto con il quale Monti ha intenzione di andare alla caccia del consenso popolare, per continuare a mettere in pratica l’agenda del suo governo? L’ipotesi più plausibile è quella di una federazione di partiti e forze politiche: i contatti del premier con l’area moderata si fanno sempre più frequenti. Ha parlato con Frattini, esponente di spicco dell’area montiana del Pdl, ha avuto contatti con Montezemolo, che incontrerà di persona oggi, ha già avuto il via libera da Udc e Fli.
Monti lavora a una federazione che includa quattro liste: quella più vicina a lui coinvolgerà Montezemolo, alcuni ministri dell’attuale governo (si fanno i nomi di Passera e Riccardi) e personaggi della società civile, ma non avrà spazio per politici; al fianco di questa lista ci sarà poi quella dell’Udc, di Fli e dei transfughi del Pdl. Si andrà così a formare una coalizione che avrà come capo politico lo stesso Mario Monti.
La scelta del Professore di presentarsi alle elezioni è anche una risposta alla strategia di attacco frontale che sembra aver adottato Silvio Berlusconi: nel suo girovagare per le televisioni, l’ex premier si è scagliato contro il governo Monti e sembra che punti proprio sulla ‘demolizione’ dell’attuale presidente del consiglio per recuperare il terreno perduto. Anche per questo nel programma a cui pensa Monti dovrebbero essere inseriti riferimenti alla Germania e all’Imu come ‘clausole’ anti-Berlusconi. C’è poi da sciogliere il nodo del legame con il Partito Democratico: sia Monti che Bersani hanno aperto ad una collaborazione post-elezioni, ma la discesa in campo ‘forte’ del professore potrebbe ostacolare questo progetto, soprattutto se il nome del Professore fosse inserito nei simboli dei partiti di centro. Anche di questo si discuterà in un incontro previsto per il fine settimana tra il premier e il leader del Pd, ma ormai Monti ha preso la sua decisione: scenderà in campo e non lo farà al fianco di Berlusconi e dei berlusconiani.