Rimane alta la tensione in Egitto dopo gli scontri avvenuti questa notte che hanno causato 7 morti e oltre 400 feriti: la guardia repubblicana ha intimato ai manifestanti di lasciare la zona del palazzo presidenziale e ha proibito tutte le manifestazioni nel pomeriggio. Fuori dalla residenza del Capo dello Stato Mohammed Morsi sono stati schierati carri armati e mezzi blindati, mentre l’opposizione, anche se i manifestanti al momento stanno rispettando l’ultimatum, ha annunciato altre manifestazioni per chiedere la cancellazione della bozza di Costituzione redatta dall’Assemblea e l’abrogazione dei decreti con cui Morsi si è assegnato poteri dittatoriali.
L’accusa nei confronti del presidente Morsi è di essersi preso ‘pieni poteri’, come affermato da Tahani al-Ghebali, vicepresidente dell’Alta corte Costituzionale egiziana in un’intervista su ‘Le Figaro’: “Da quando è stato eletto, Morsi ha dichiarato guerra al potere giudiziario: prima ha provato a restaurare il Parlamento, sciolto da una sentenza dell’Alta Corte, poi ha piazzato i suoi uomini, eliminando qualsiasi ostacolo alla conquista del potere dei ‘Fratelli Musulmani'”. Secondo gli oppositori, Morsi ha dato vita ad uno Stato religioso, che limita anche le libertà individuali e il diritto di critica.
Gli scontri di questa notte sono stati criticati da Navi Pillay, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani che ha ricordato il “diritto di protestare pacificamente e di non essere uccisa o ferita nel farlo”. “L’attuale governo ha rimarcato Pillay – è arrivato al potere col sostegno di simili proteste e dovrebbe essere quindi sensibile alla necessità di tutelare i diritti di libertà, di espressione e di riunirsi pacificamente dei manifestanti”.
Intanto c’è attesa per il discorso alla nazione che il presidente egiziano terrà oggi in diretta televisiva: un discorso nel quale, secondo quanto affermato da un collaboratore, Morsi lancerà un appello all’opposizione per intraprendere la strada del dialogo.