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Categorie: Televisione

Tutti pazzi per amore, esce il libro con le migliori battute: intervista agli sceneggiatori Ivan Cotroneo e Monica Rametta

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Enrica Raia

Divertente, fresca, colorata, canterina. Tutti pazzi per amore è una di quelle fiction che se la guardi ti risulta difficile credere sia stata realizzata in Italia, e per di più trasmessa su Rai Uno, un canale la cui età media si aggira sui 60 anni. Eppure, al di là di ogni ragionevole pregiudizio nei confronti dell’attuale serialità italiana, la fiction scritta da Ivan Cotroneo e Monica Rametta è un successo tutto italiano, non essendo la solita riproposizione di format stranieri.

E i numeri parlano chiaro: tre stagioni, 78 puntate in onda in prima serata con una media di oltre 5 milioni di spettatori e uno share intorno al 20%, decine di fan club su Facebook e migliaia di visualizzazioni su Youtube.

Per celebrare una delle serie più amate dal pubblico negli ultimi anni, i suoi autori hanno deciso di raccogliere, in un volume edito per Bompiani dal titolo “Tutti pazzi per amore (il meglio di)”, i dialoghi più esilaranti divisi per argomento (Genitori e Figli, Essere Nonni, Omosessualità, Come trovare il partner sbagliato, Il peggio del sesso maschile, Il peggio del sesso femminile, il Primo Appuntamento, e molto altro ancora). Quasi un sillabario in chiave ironica per affrontare la vita, chiuso in appendice da tutte le cinquantadue risposte date al pubblico dal mitico tuttologo, il dottor Freiss. Ieri sera, durante una presentazione alla Feltrinelli di Napoli, abbiamo avuto l’occasione di parlarne con gli autori. Ecco le risposte che Ivan Cotroneo e Monica Rametta hanno dato al pubblico presente in sala.

Con che criterio sono state scelte le battute da inserire nel libro?

Monica Rametta: Quando abbiamo iniziato a raccogliere le battute per questo libro abbiamo pensato di scegliere soprattutto quelle che facessero ridere di più i lettori. Con nostra grande sorpresa abbiamo scoperto che ce ne erano veramente tante, ne abbiamo anche dovute scartare molte.

 

Come è stato lavorare con Pietro Taricone?

Ivan Cotroneo: Quando è successa la tragedia di Pietro siamo stati chiamati, come spesso succede, a esprimere un ricordo su di lui, e io personalmente mi sono sottratto, però mi fa piacere parlarne ora. Quando il regista Riccardo Milani ci ha detto di aver scelto Pietro per interpretare il personaggio di Ermanno, nella prima stagione di Tutti pazzi per amore, noi abbiamo sposato in pieno la scelta e abbiamo riscritto le sue battute per andare incontro alla sua personalità. E lui ha fatto un lavoro splendido, è stato oltre che gentilissimo, disponibile e autoironico. Lui doveva fare solo parte della prima serie ingaggiando il ruolo dell’uomo perfetto per Monica, ma alla fine della serie ci eravamo talmente innamorati del suo personaggio che abbiamo pensato ad un modo per farlo tornare sfruttando una storia d’amore impossibile tra Ermanno e Lea (Sonia Bergamasco ndr), una donna algida, chic e un po’ schifiltosa. Pietro era veramente una persona adorabile anche nella vita, non solo nel lavoro. Nella seconda serie noi abbiamo inserito la storia di un personaggio sieropositivo, prima di farlo io non sapevo che Pietro era uno dei sostenitori del network italiano persone sieropositive. E quando già lui non c’era più noi abbiamo ricevuto un premio intitolato alla sua memoria a cui siamo molto legati.

 

Nella prima serie il ruolo di Laura era interpretato da Stefania Rocca, perché la scelta di sostituirla con Antonia Liskova, un’attrice definita – forse anche ingiustamente – troppo drammatica e impegnata?

I.C. : Noi eravamo pronti per girare quando Stefania Rocca ci ha comunicato di essere incinta. A quel punto non c’era tempo di riscrivere la sceneggiatura inserendo la gravidanza anche nel racconto, perciò siamo stati costretti a ricastare il personaggio. E’ vero che gli attori si portano dietro quello che hanno fatto in passato, ma Antonia Liskova è riuscita a far emergere anche il suo lato brillante oltre ad essere stata anche molto coraggiosa sia perché Stefania era stata molto amata in quel ruolo, e poi perché avendo accettato in corsa non avevamo avuto il tempo di adattare la sceneggiatura alle sue caratteristiche recitative. Purtroppo quando si gira così a lungo capita spesso che gli attori non siano disponibili per impegni presi in precedenza. E’ successo anche con Neri Marcorè, ma in quel caso siamo riusciti a sopperire alla sua mancanza con l’espediente della “finta” morte e l’inserimento del fratello ornitologo, di cui si innamorerà Monica, interpretato da un Alessio Boni irriconoscibile.

 

Tutti pazzi per amore ha un ritmo molto veloce e frizzante oltre che una scenografia molto colorata. Queste caratteristiche nascono già in fase di sceneggiatura o è una scelta che fa il regista?

M.R. : In questo caso specifico il ritmo lo abbiamo dato noi sceneggiatori, è proprio uno stile di scrittura.

I.C. : Nella sceneggiatura è l’alternanza di scene, ambienti e personaggi a dare il ritmo alla storia. In media il numero di scene per una puntata di 50 minuti di una fiction come Un Medico in Famiglia è 34, noi arrivavamo a 70. Per fortuna il regista Milani ha compreso appieno quale era il nostro spirito e ci è venuto dietro. Le indicazioni alla scenografia invece sono state date dal regista stesso, anche se noi in alcuni casi abbiamo descritto stravaganze specifiche che dovevano avere dei personaggi. Ad esempio il personaggio di Maya noi lo avevamo descritto come un personaggio fuori dalle righe, ma l’idea di farle i capelli rosa o di farle indossare quei cappelli strani è stata di Riccardo Milani e del costumista Alberto Moretti.

 

Ci sarà una quarta serie?

I.C. : Noi speriamo molto di sì in realtà non solo perché siamo affezionati ai personaggi, ma anche perché ci viene chiesto spessissimo. Dipende dalla volontà della Rai di fare una quarta stagione. Noi abbiamo molta voglia di farlo, mettere in piedi una produzione è complicato, perché per il cast di attori che ha, per il numero di scene e per la presenza della musica non è una serie particolarmente economica da fare. Se non ci dovessimo riuscire penso che io e Monica cercheremo di portare in altri prodotti questo tipo di umorismo, e soprattutto questa voglia di sperimentazione perché non ci fidiamo molto di quelle analisi per cui al pubblico televisivo guarda quello che c’è. Io penso che il pubblico scelga e oggi sia abituato ad un linguaggio più moderno, anche grazie a serie tv americane come Homeland, The Good Wife o Smash che sono dei racconti molto elaborati; e quindi vorrei continuare a lavorare su questo linguaggio senza per questo pensare di fare la rivoluzione.

 

Avete scritto insieme anche un altro grande successo di rai uno, andato in onda la scorsa primavera, Una Grande Famiglia. Ci sarà una seconda serie della fiction?

I. C. : Ci deve essere per forza perché abbiamo concluso la prima serie con un interrogativo che ha sollevato anche molte polemiche con il Codacons.

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Enrica Raia