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Categorie: News

L’Onu dice sì alla Palestina, festa a Ramallah: le reazioni nel mondo

Published by
Bruno De Santis

La Palestina diventa ‘Stato Osservatore’ dell’Onu: con 138 sì, 9 no e 41 astenuti, l’Assemblea Generale delle Nazioni Uniti  accoglie lo stato palestinese. Un risultato storico quello avuto ieri al Palazzo di Vetro, ottenuto anche con l’approvazione dell’Italia che si è schierata a favore del sì: un voto che ha evidenziato anche come l’Europa sia lontana dall’avere una politica estera unica.

Oltre al nostro paese, si sono schierati con il sì anche Spagna, Francia, Irlanda, Grecia e Islanda; non si è espressa invece la Germania che ha scelto la strada dell’astensione, così come Gran Bretagna, Olanda e Repubblica Ceca. Contrari all’ingresso della Palestina nell’Onu, oltre a Israele anche gli Stati Uniti, mentre Cina e Russia hanno espresso il loro parere favorevole.

Dopo il sì dell’Assemblea Generale delle Nazioni Uniti in Palestina è scoppiata la festa, con la piazza di Ramallah che si sono riempite di bandiere. Diversa invece l’accoglienza di Israele con il premier Netanyahu che parla di decisione che “allontanerà la costituzione di uno stato Palestinese”. Stessa linea anche per gli Stati Uniti, con Susan Rice, ambasciatrice Usa all’Onu che afferma che la risoluzione non “sancisce la nascita dell Stati Palestinese” ed è anzi “controproducente per il principio due popoli, due Stati”. Di diverso avviso il Vaticano: “Accogliamo con favore la decisione dell’Onu – il commento della Santa Sede – la pace ha bisogno di passi coraggiosi”.

Positivo anche il commento del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon: “Il voto sottolinea l’urgenza di una ripresa dei negoziati di pace”.  Ora però la Palestina di trova davanti a una scelta. Incassata la vittoria, Abu Mazen, che prima del voto aveva definito la risoluzione “un investimento per la pace”, dovrà decidere in che modo sfruttare questo successo: riprendere i negoziati di pace o lanciare un ulteriore guanto di sfida, chiedendo l’ingresso nella Corte Penale Internazionale per denunciare Israele.

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Bruno De Santis