Raid israeliani su Gaza, razzi palestinesi nel sud di Israele: continuano le ostilità tra l’esercito israeliano e Hamas dopo che ieri era stato ucciso uno dei capi militari delle milizie palestinesi, Ahmed al Jabari, comandante delle brigate al-Qassam. Questa mattina è continuato il lancio di razzi da Gazza verso il sud di Israele; Beer Sheva, Ashdod e Ashqelon le città più bersagliate, ma è a Kiryat Malachi che ci sono state vittime: un razzo ha colpito un palazzo causando la morte di tre persone, due donne e un uomo intorno ai trenta anni secondo la Croce Rossa, e diversi feriti, tra cui un bambino di 4 anni.
Ma anche su Gaza continuano i raid dell’esercito israeliano: ci sarebbero almeno tredici palestinesi uccisi e una trentina di feriti. Secondo quanto afferma un’attivista italiana tra le vittime ci sarebbe anche una bambina; in uno dei raid è stata colpita una delle cellule impegnate nel lancio di razzi, con la morte di tre miliziani.
Il governo di Israele ha annunciato che l’uccisione di Ahmed al Jabari segna “l’inizio di una campagna che ha l’obiettivo di eliminare i miliziani di Gaza”. Immediata la replica palestinese: “Si sono aperte le porte dell’inferno – hanno annunciato le brigate Ezzedine al-Qassam -. È stato un crimine atroce e avrà ripercussioni”.
La ripresa delle ostilità tra israeliani e palestinesi ha portato ad una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu: una riunione andata in scena questa notte a porte chiuse, dove sono state ascoltate le ragioni della delegazione israeliana e di quella palestinese ed al termine della quale non c’è stata alcuna dichiarazione ufficiale. Il presidente americano Obama ha avuto un colloquio telefonico con il premier israeliano Benjamin Netanyahu nel quale ha ribadito l’appoggio statunitense al diritto all’autodifesa di Israele, invitando anche a mettere in campo “ogni sforzo per evitare vittime civili”.