Israele lancia un’offensiva sul web a colpi di updating
YouTube, Twitter, Facebook e Flickr. Questi gli strumenti utilizzati dall’Idf (Israel Defence Forces), l’esercito israeliano, per mettere a punto un’offensiva sul web, parallela ai bombardamenti e altrettanto efficace. Un attacco mediatico iniziato, in realtà, con il liveblogging di alcuni lanci missilistici diretti da Gaza verso il sud di Israele, alcuni giorni prima dell’ Operazione pilastro della difesa che ha portato alla morte del leader militare di Hamas, Ahmed al-Jabari.
Per la prima volta un esercito ufficiale fornisce informazioni in tempo reale sulle proprie operazioni lanciando ammonimenti in diretta contro l’avversario. Numerosissimi post e un copioso torrente di tweet dal profilo @Idf_Spokeperson, con l’ausilio dell’apposito hashtag #PillarOfDefense, e la successiva pubblicazione, ad operazione conclusa, sul proprio canale YouTube del video del violento attacco, hanno realizzato una copertura mediatica confezionata ad arte. Una strategia efficace per influenzare l’opinione pubblica nazionale e internazionale e sollevare i propri supporter.
L’idea di supportare le operazioni militari con l’ausilio dei social network ha dei precedenti nell’Operazione Piombo fuso, ultimo attacco a Gaza risalente al 2008-2009. In quell’occasione, una delle unità di combattimento era stata integrata per difendere le truppe da eventuali puntuali accuse di crimini di guerra e i filmati degli attacchi con droni erano stati mostrati ai reporter solo diversi giorni dopo. In seguito un giovane soldato israeliano aveva condiviso qualcuno di questi video online, registrando inaspettatamente milioni e milioni di visitatori e dando vita a quello che poi sarebbe diventato il canale ufficiale YouTube dell’esercito israeliano.
L’operazione bellica di Israele attraverso i social network infrange le regole del web: non è chiaro se il linguaggio duro dell’esercito israeliano rappresenti una violazione o meno dei termini del servizio del sito di microblogging. Intanto le operazioni sono solo all’inizio. Israele sta radunando le sue truppe nel sud del paese in vista di un possibile attacco via terra e la marina continua a bombardare pesantemente Gaza via mare. L’avversario Hamas contrattacca sia offline, con lanci missilistici contro i villaggi del sud del paese, sia online, con tweet diretti contro l’esercito nemico. La situazione in Medio Oriente si aggrava ora dopo ora e gli strumenti del web 2.0 diventano canali di testimonianze drammatiche in tempo reale.