Il confronto di ieri sera, andato in onda in diretta sui canali Sky, tra i candidati a leader del centro-sinistra è vero che, come hanno scritto oggi i giornali, si è rivelato poco intenso e senza scontri, ma al di là dei toni morbidi di facciata e delle dichiarazioni parecchio generiche, se non addirittura vaghe, la differenza sostanziale tra alcuni di loro è comunque venuta fuori.
“Bruciare” la riforma del lavoro, ripristinare l’articolo 18 in toto a difesa dei diritti dei lavoratori e contro i licenziamenti facili, togliere l’Imu sulla prima casa per chi ha solo quella, abbassare le tasse ai ceti bassi e medi, alzandole in maniera sostanziosa alle altre persone, sono concetti in teoria di sinistra, ma che ieri sono stati espressi chiaramente soltanto da uno dei 5 candidati, e cioè da Nichi Vendola.
Ora fermo restando che tali idee possono essere condivisibili o meno, una persona di sinistra dovrebbere riconoscersi in toto in quei provvedimenti potenziali! Se invece 4 dei 5 candidati del centro-sinistra, e tutte e due i più quotati (Bersani e Renzi), non la pensano così, allora di cosa stiamo parlando? Di un centro che guarda a destra?
Ripeto, al di là del discorso del riconoscimento delle unioni civili, sia tra persone eterosessuali che omosessuali, dove più o meno sono tutti d’accordo nel centro-sinistra (anche qui le opinioni possono essere diverse nel merito), sulla distribuzione della ricchezza, il fisco, la politica economica invece, solo Vendola tra i candidati del centro-sinistra ragiona ancora come un uomo di sinistra. Di certo non vincerà lui le primarie ed allora cosa aspettarsi dal probabile prossimo Governo italiano?