Continua la telenovela sgradevolissima sulla legge elettorale che vede oltre 1000 persone, tra deputati e senatori, non riuscire a trovare una via d’uscita. Su una cosa sono tutti d’accordo, il Porcellum targato Calderoli va modificato, ma non si riesce a trovare una maggioranza ampia che realizzi un nuova norma in materia.
Oggi in realtà una maggioranza si è trovata alla Commissione Affari Costituzionali in Senato, dove Api, Lega, Udc, Mpa e Pdl hanno votato un emendamento di Rutelli che alza al 42,5% la soglia minima per conquistare il premio di maggioranza del 12,5%. Contro hanno votato Idv e Pd. In particolare il partito di Bersani è andato su tutte le furie, perchè lo strano riformarsi di una maggioranza di centro-destra su questo specifico provvedimento potrebbe avere le scopo di impedire al Pd di governare, creando una situazione equilibrata senza vincitori nè vinti nel post elezioni, e promette grande battaglia in Aula. Fuori dal Parlamento anche Vendola grida allo scandalo.
Dal canto suo Mario Monti ha confermato che sarebbe inopportuno un intervento governativo su una materia squisitamente politica e per questo ha espresso tutto il proprio disappunto per il ritardo patologico nella creazione di una nuova legge elettorale. Se proprio fossero costretti comunque, Monti non esclude come extrema ratio un decreto dei tecnici anche in materia di legge elettorale.
Sconfineremmo davvero nell’imbarazzante però, dopo che il referendum sulla legge elettorale è stato respinto dalla Corte Costituzionale, se tutti i politici, che già sono stati costretti a delegare dei tecnici non eletti in materia di politica economica, ora non riuscissero nemmeno a fare una legge (quella elettorale) basilare ed essenziale per chi appunto svolge attività parlamentare come professione.