Assolti: questo il verdetto dei giudici nei confronti di Luciana Cristallo e Fabrizio Rubini, processati per l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione dell’imprenditore Domenico Bruno, ex marito della donna. La Corte d’Assise di Roma ha assolto Rubini per “non aver commesso il fatto” e la Cristallo perché “non punibile per via della legittima difesa”; prescritto invece il reato di occultamento di cadavere.
La scomparsa di Domenico Bruno avvenne il 27 gennaio del 2004: il suo cadavere fu ritrovato su una spiaggia di Ostia un mese dopo, con segni di numerose coltellate. Con questa decisione i giudici hanno accolto le tesi dei legali degli imputati che hanno sempre sostenuto che il gesto della donna potesse essere considerato legittima difesa, dopo anni di “violenze e abusi” compiute ai suoi danni da parte del marito.
Non è stata quindi accolta al richiesta del pubblico ministero Elisabetta Ceniccola che aveva chiesto l’ergastolo per entrambi gli imputati; la condanna nei confronti della Cristallo e di Rubini era stata chiesta anche dagli avvocati di parte civile Nunzio Raimondi, Aldo Costa e Maurizio Arabia, legali di Santa Marinaro, madre della vittima e curatrice dei due figli minorenni di Bruno e della Cristallo.
Dopo la lettura della sentenza, Luciana Cristallo è scoppiata a piangere: “È stata una liberazione. Finalmente potrò guardare con un peso meno grave i miei quattro figli. Non volevo uccidere il loro padre, ma lui mi stava strangolando”. “La scelta folle di quella notte – afferma l’avvocato Sabelli, legale dei due imputati – è stata la fase dell’occultamento di cadavere. La Cristallo liberandosi del corpo voleva cancellare tutto. Da mesi l’ex marito la minacciava e perseguitava”.