Indagata per truffa aggravata Zoia Veronesi, storica segretaria dell’attuale leader del Partito Democratico Pierluigi Bersani: l’inchiesta, portata avanti dal pubblico ministero Giuseppe Di Giorgio, ha preso il via nel 2010 dopo un esposto dell’onorevole Enzo Raisi, di Futuro e Libertà.
La truffa, secondo l’ipotesi dell’accusa, sarebbe stata commessa nei confronti della Regione Emilia Romagna: la Veronesi, ora in pensione, avrebbe percepito per un anno e mezzo stipendio e indennità da parte della Regione senza però prestare effettivamente servizio. I fatti sotto la lente di ingrandimento della Procura risalgono al periodo di tempo che va dal giugno 2008 a gennaio 2010, quando l’ex funzionaria viene inquadrata in una nuova posizione dirigenziale per tenere i rapporti con istituzioni centrali e il Parlamento.
La Veronesi dovrà presentarsi in Procura per essere interrogata e dare dei chiarimenti sulla vicenda: “Non c’è stata nessuna irregolarità da parte di chicchessia, tanto meno della signora Veronesi – dichiara il suo legale Paolo Trombetti -. Non avremo problemi a dimostrare che in realtà Zoia Veronesi è stata funzionaria al cento per cento della Regione anche in quel periodo e porteremo tutte le prove al magistrato”.
“Assoluta tranquillità” esprime anche il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, che si mostra anche stupito per una accusa priva di ogni fondamento. “Ho fatto il mio dovere istituzionale – afferma invece Enzo Raisi – . Ero entrato in possesso di alcuni documenti e ho presentato un esposto: sono un garantista nato e convinto che fino a che non arriva una condanna sono tutti innocenti, ma sono confortato dal fatto che avevo visto bene”.